Attraverso una lettera aperta, il patron rosanero commenta il provvedimento presentato dalla Procura: «I miei quindici anni di lavoro e affetto vengono ripagati così». L'ex presidente difende poi il proprio operato e rinnova l'amore per la città: «Sono palermitano ed orgoglioso di esserlo»
Palermo, Zamparini contro l’istanza di fallimento «Smantelleremo questa richiesta coi documenti»
«Sono veramente allibito per aver ricevuto in un sabato pomeriggio una notizia grave come quella di una richiesta di fallimento nei confronti del Palermo Calcio da un comunicato stampa (in realtà un’agenzia Ansa … ndr)». Comincia con queste parole la lettera aperta che Maurizio Zamparini, patron del Palermo, ha indirizzato a tifosi e stampa dopo aver appreso dell’istanza di fallimento depositata dalla Procura di Palermo. «Sono veramente triste – prosegue il numero uno del club di viale del Fante – di vivere in un Paese dove le più elementari garanzie per il cittadino vengono calpestate. Sono poi veramente addolorato che i miei quindici anni di lavoro e affetto per la squadra della vostra città vengano ripagati con una istanza di fallimento che metterà comunque in grave difficoltà la gestione futura della società per il danno mediatico di tali gravi notizie, un danno che si riverbera anche sulla mia persona e sulle mie aziende».
A Zamparini non va giù quanto stia accadendo intorno alla società: «Io penso che sia veramente scandaloso che il mio lavoro, non solo disinteressato dal punto di vista economico – documentato dalle scritture contabili e documenti bancari che evidenziano ad oggi capitali miei immessi in società per circa 80 milioni mai restituiti – ma svolto con una passione che ha portato il Palermo Calcio a traguardi mai raggiunti nella sua storia, venga ripagato con avvisi di garanzia, assurde denunce di riciclaggio e la richiesta di fallimento della vostra squadra: senza nessun creditore alla porta, con tutti i dipendenti e fornitori regolarmente pagati (mai successo nella storia del Palermo Calcio), con un patrimonio giocatori notevole, con la squadra che sta risalendo in serie A». Il patron difende anche il suo operato e quello di tutta la società, parlando dell’ultimo bilancio: «La gestione del Palermo Calcio attuale è buona come testimoniato anche dall’ultimo bilancio approvato anche dalla società di certificazione. Il capitale sociale rimane ad oltre 13 milioni di euro, arricchiti dagli utili dell’ultimo bilancio messi a patrimonio (altri 4 milioni di euro)».
A sostegno della sua tesi, Zamparini porta anche alcuni esempi: «Non abbiamo nessuna istanza di pagamento – prosegue il friulano – né dai fornitori né un ritardo di pagamenti con dipendenti o altro. Abbiamo solo delle contestazioni in corso con alcuni procuratori che violano secondo noi le leggi sportive ed un contenzioso in contestazione con l’Agenzia delle Entrate in fase di discussione e definizione come purtroppo tutte le aziende italiane. Abbiamo dei debiti del Palermo Calcio con società facenti capo alla mia famiglia per l’aiuto economico da loro dato per la gestione economica del club e che saranno gli ultimi a essere pagati». A questo punto a prendere il sopravvento è lo scoramento dovuto a tutto quello che sta accadendo: «Sono veramente avvilito per una istanza di fallimento che smantelleremo documenti alla mano, ma che ci procura un danno di immagine internazionale che il Palermo Calcio si era costruito nei miei anni di presidenza, con impossibilità di fiducia di credito per la campagna di rafforzamento di gennaio. Questa istanza distrugge tutta quella immagine che il Palermo si era giustamente guadagnata sul mercato internazionale in 15 anni, con giocatori importantissimi dati ai migliori club europei».
Poi Zamparini si rivolge anche ai tifosi, chiedendo loro sostegno sia a livello personale sia proprio a livello di supporto della squadra: «Il vostro presidente, ora ex, vi ha sempre voluto bene. A tutti i tifosi, anche quelli che mi insultano, dico: statemi vicini, state vicini alla squadra che ha bisogno della vostra passione e del vostro affetto. La verità viene sempre a galla, spero molto presto. Io non vi ho mai abbandonato, come qualcuno sostiene. Ho solo cercato e sto cercando un futuro dopo di me per il Palermo: ho 76 anni e so che per una squadra è importante anche l’energia che io sto perdendo». Sempre ai supporters si rivolge quando parla della gestione futura della società: «Sto cercando un futuro migliore per la squadra: pensavo di averlo trovato ma non è stato così. Non è Zamparini che ha detto no a Baccaglini ma il mio amore per il Palermo: Baccaglini aveva firmato contratti in base a dati economici che non era in grado di rispettare, non nei miei confronti ma nei confronti degli investimenti del Palermo Calcio. Sto cercando ancora per il vostro futuro un investitore importante e ci riuscirò, come fatto sempre nella mia vita. Fino a quando non lo troverò vi seguirò con abnegazione, soffrendo ad ogni partita come non potrei più soffrire per la mia salute e risaliremo in serie A».
Infine, l’ormai ex presidente rosanero tiene a chiarire qualcosa di cui spesso è stato accusato, ovvero quello di aver costruito un giocattolo che poi lui stesso si è divertito a distruggere nel corso degli anni: «Palermo non è mai stato il mio giocattolo ma la mia passione. Sono onorato di essere cittadino onorario, ma in verità nel mio cuore anche di più. La frase che mi ha fatto male questa estate è stata: Palermo ai Palermitani. Orbene io sono palermitano ed orgoglioso di esserlo. Con vero affetto a tutti voi ed a tutta la città di Palermo – conclude Zamparini –, questo il mio augurio: è importante costruire insieme e non distruggere».