Palermo, un 2018 tra rifiuti e tragedie evitabili Le dodici notizie dell’anno appena trascorso

Ultime battute per un 2018 che sta per terminare, con tutto il suo carico di contraddizioni e di occasioni, alcune sfruttate – in tutto o solo in parte -, altre mancate per Palermo e la sua provincia. Di certo non si può dire di essere stati soli: l’anno in cui il capoluogo si è fregiato del titolo di capitale italiana della cultura e in cui la città è stata teatro su tantissimi fronti di Manifesta 12, la biennale d’arte moderna itinerante; la presenza dei turisti è stata massiccia e costante. Numeri da record per l’aeroporto Falcone e Borsellino, che ogni anno a dire il vero riesce a incrementare la propria portata e affari d’oro anche per le tante strutture ricettive cittadine e per gli ultimi arrivati, gli Airbnb che da aprile, grazie a un accordo tra azienda e Comune, sono entrati nel circolo produttivo, versando in maniera diretta le imposte di soggiorno.

Ma se da una parte ci si fregia degli onori e dei meriti, dall’altra rimangono vive le costanti di criticità che da anni ormai si ripresentano puntuali ad affliggere la città. Palermo sta infatti chiudendo il 2018 così come lo ha aperto, in piena emergenza rifiuti. Un problema latente quello della raccolta, che si è presentato a più riprese durante l’anno che verrà ricordato anche per la partenza del secondo step di Palermo Differenzia 2, con la differenziata estesa anche ai quartieri Massimo e Politeama, in aprile; e a Borgo Vecchio a dicembre. Eppure i cumuli di rifiuti sparsi per la città continuano a ricrearsi, quando vengono rimossi. Alcuni esistono ormai da talmente tanto tempo da essere diventati veri e propri luoghi d’interesse, come la discarica abusiva di via Pennino, a Brancaccio, diventata prima curioso comitato d’accoglienza in occasione della visita di Papa Francescodeposito di rifiuti ospedalieri, poi. Sul fronte della raccolta è da segnalare anche l’arrivo di un nuovo amministratore delegato alla guida della Rap. Si tratta di Giuseppe Norata, uomo d’esperienza e con le idee chiare, che ha però dovuto fare i conti con la realtà dei fatti, che si è messa un po’ di traverso rispetto ai programmi del dirigente, portando qualche ritardo, come quello nell’apertura della prima isola ecologica, nel quartiere Brancaccio, che ha visto la luce solo da pochi giorni. 

E se complice dell’emergenza rifiuti, al netto delle pecche del servizio, è certamente l’incuria da parte di molti cittadini, è possibile che la stessa incuria sia tra le cause di una delle peggiori sciagure degli ultimi anniLa notte del quattro novembre, a causa delle forti piogge e dell’eccessivo restringimento del canale alla foce, l’esondazione del fiume Milicia, sul territorio comunale di Casteldaccia ha travolto, tra le altre cose, una villetta – costruita impropriamente nelle vicinanze della sede del torrente – causando nove morti, spazzando via la famiglia Giordano, compresi i bambini Federico, 15 anni e Rachele, di appena un anno, nonni e zii. Piogge che hanno causato anche la morte del medico palermitano Giuseppe Liotta, 40 anni, scomparso nel nubifragio mentre si stava recando a lavoro. Dopo oltre quattro giorni di ricerche il cadavere è stato trovato in territorio di Roccamena, nel vigneto di un’azienda agricola allagata dal fiume Belice sinistro. 

Tante le persone che sono andate via nel 2018, su tutte ricordiamo la figura di due donne: Rita Borsellino, sorella di Paolo, politica, attivista, una vita in prima linea; e Bice Mortillaro Salatiello, pilastro del femminismo palermitano, che insieme a Rita aveva fatto parte delle donne del digiuno in quell’infausto 1992. Rita Borsellino ha fatto in tempo a vedere chiudere con una sentenza storica il processo chiamato Borsellino Quater, sulla strage di via D’Amelio e su quello che gli stessi magistrati hanno definito nelle motivazioni: «Uno dei depistaggi più gravi nella storia del Paese». Intanto a Palermo la criminalità non ha smesso di farsi sentire e a tanti anni di distanza da Totò Riina, la mafia riesce addirittura a ricostituire la famigerata commissione provinciale di Costa nostra. Alla sua guida ci sarebbe stato un insospettabile, Settimino Mineo, sulla carta gioielliere in pensione. Le velleità della nuova Cupola si sono spente in una mattina di inizio dicembre, con un’operazione che ha portato in manette 46 persone. E tra gli arrestati c’era anche Simone La Barbera, uno dei presunti estorsori delle sorelle Napoli, le tre donne di Mezzojuso che da undici anni sono ostaggio di minacce e intimidazioni da parte della mafia dei campi. La vicenda delle sorelle si è conclusa con altri due arresti

È tanti quest’anno anche i crimini o i reati legati al bisogno e alla povertà. Terribile la vicenda che ha visto coinvolte decine di persone entrate nel giro di due associazioni a delinquere, legate comunque tra di loro, che avrebbero organizzati falsi incidenti stradali spaccando le ossa di persone bisognose, che accettavano in cambio dei soldi, e che coinvolge anche un medico e un avvocato. Altro dramma della disperazione quello delle tredici famiglie che avevano occupato un immobile al numero otto di via Savagnone. La loro sventura ha avuto inizio quando l’inviata palermitana di Striscia la Notizia è stata aggredita durante un servizio da un altro abusivo, che abitava proprio di fronte all’edificio che avevano occupato. La notizia ha subito avuto risonanza nazionale e dopo proteste e mesi d’attesa e di paura, alla fine, le famiglie sono state sgomberate, non prima di avere siglato – quasi tutte – un accordo con il Comune per rendere meno traumatico lasciare casa.

Tra le altre notizie di rilievo dell’anno c’è, anche quest’anno, la cessione del Palermo Calcio. Questa volta però l’affare è andato in porto e proprio negli ultimi giorni di dicembre è arrivato il closing ufficiale. Maurizio Zamparini si fa da parte, largo a Clive Richardson e alla sua cordata made in England. Un barlume di internazionalità che arriva dopo la sbornia del vertice sulla Libia, quando per una volta Palermo è stata al centro del mondo, almeno di quello diplomatico. Il 2018 si conclude comunque con una notizia molto grave: la morte di Aid Abdellah, per tutti Aldo, un senzatetto francese che girava libero per l’Europa con il suo gatto Helios e che aveva scelto Palermo come meta in cui passare l’inverno. L’uomo, 56 anni è stato ucciso di notte, nel sonno, sotto i portici di piazzale Ungheria, forse da un 16enne di origini Rom


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