Tra mugugni, qualche mal di pancia, ma anche tra tanti consensi, il Consiglio comunale di Palermo ieri ha varato la nuova società consortile, denominata Reset, sigla che sta per Rete servizi territoriali. Un’iniziativa voluta dall’amministrazione di Leoluca Orlando che dovrebbe mettere assieme una serie di società partecipate dal Comune, dalla Rap (la società che si occupa della raccolta e del trattamento dei rifiuti) alla Sispi (informatica), per non parlare della Gesip.
La delibera approvata ieri da Sala delle Lapidi, la damascata sede dell’assemblea cittadina, ha una grande valenza politica. Partita, a inizio di consiliatura – era la primavera del 2012 – con una maggioranza di oltre 30 consiglieri comunali su 50, la Giunta Orlando è oggi appoggiata da appena 18 consiglieri comunali. Ma ieri, però, la delibera voluta dall’amministrazione è stata accolta favorevolmente da 27 consiglieri comunali (sei del Partito democratico si sono astenuti). Insomma, forse uno dei più importanti atti amministrativi e politici dell’attuale amministrazione comunale ha raccolto, ieri, la maggioranza assoluta. Una vittoria personale del sindaco, considerato, anche, che tra le file del Mov 139 si contava qualche assenza, peraltro giustificata.
La nascita di Reset dovrebbe porre fine alla tormentata e complessa vicenda dei lavoratori della Gesip, la società creata nel 2000. Si tratta di un bacino di oltre 1700 dipendenti la cui storia personale affonda le radici, nella maggior parte dei casi, negli anni ’90 del secolo passato, quando il governo nazionale dava vita a i cosiddetti Lsu (Lavoratori socialmente utili). Nel 2000 la categoria trovava sbocco nella Gesip, con l’impegno, mai mantenuto, di una stabilizzazione nelle pubbliche amministrazioni. Sono andati avanti, fino ad oggi, a spizzichi e bocconi. E – questo va detto per onestà di cronaca – non sono mai stati abbandonati dall’attuale amministrazione comunale che, tra mille difficoltà, tassando oltre ogni limite i cittadini palermitani, è riuscita a trovare 30 milioni di euro nell’ultimo bilancio. Alla Reset aderiranno anche altre società comunali, che potranno godere dei servizi della ex Gesip senza il pagamento dell’Iva e dell’Irap.
Spiega Nadia Spallitta, vice presidente vicaria del Consiglio comunale: «Oltre agli aspetti amministrativo-finanziari, spero che i lavoratori coinvolti dal provvedimento, attuativo di uno dei punti del programma del sindaco durante le elezioni, vengano riqualificati e valorizzati. Ritengo che questa soluzione, che finalmente risolve la questione relativa all’Iva consentendo un enorme risparmio di spesa, sia quella corretta, nonostante il processo di assorbimento dei lavoratori sia graduale».
Il pagamento dell’Iva, da parte delle società comunali, era solo un modo, non esattamente lungimirante, di regalare i soldi dei contribuenti palermitani allo Stato e, in parte, alla Regione. L’eliminazione dell’Iva è stata una battaglia dell’amministrazione e del Consiglio comunale, e in particolare di Nadia Spallitta. Così come lungimirante è anche l’emininazione dell’Irap.
In prima battuta nella Reset confluiranno 950 lavoratori della Gesip. Da giugno in poi toccherà agli ulteriori 620 lavoratori di questa società (mentre sono 150 quelli che hanno goduto dell’esodo incentivato). Il costo iniziale della Reset sarà di circa 29 milioni di euro, con un capitale sociale iniziale di un milione di euro destinato ad essere incrementato di ulteriori tre milioni previa acquisizione di un mutuo (già deliberato dal Consiglio comunale). «Auspico – aggiunge Nadia Spallitta – che alla consortile, oltre Rap e Sispi, possano aderire anche le altre società comunali, con il conseguente risparmio dell’Iva e con la razionalizzazione di alcune prestazioni offerte dalla Reset. Mi auguro che la nuova società consortile sia in grado di autofinanziarsi, migliorando anche la situazione retributiva dei propri dipendenti».
Critico, invece, il consigliere comunale di Forza Italia, Angelo Figuccia: «La nascita della Reset – dice Figuccia – rischia di trasformarsi in un grande bluff e di provocare un sempre maggiore malcontento sia tra i dipendenti che tra i cittadini palermitani. L’aumento delle tasse, imposto dal sindaco Orlando, purtroppo con la complicità di una parte dei miei colleghi consiglieri, ha costretto i palermitani a pagare le aliquote più alte d’Italia per finanziare anche gli stipendi degli operai dell’ex società da tempo in liquidazione, provocando le giuste proteste tra chi paga regolarmente le imposte, che invece sperava di avere servizi migliori, come ad esempio strade e piazze pulite e scuole degne di una paese civile. Ma così purtroppo non sarà». Secondo Figuccia, «il numero degli scontenti aumenterà, dopo che il sindaco ha dimezzato lo stipendio a 950 ex Gesip, mentre gli altri 620 dovranno continuare ad accontentarsi della Cassa integrazione garantita dallo Stato, nella speranza che Roma non chiuda i rubinetti dei finanziamenti».
Chi guarda in termini positivi alla nuova iniziativa del Comune sono i consiglieri comunali di Italia dei Valori, Paolo Caracausi e Filippo Occhipinti, di solito piuttosto critici: «Si tratta – scrivono in un comunicato congiunto – di un atto che abbiamo votato con convinzione per due motivi: la messa in sicurezza di 950 lavoratori e delle loro famiglie, che da oltre due anni pagano gli errori dei politici del passato, e il fatto che si tratti di un percorso che tende, alla lunga, a internalizzare molti dei servizi che le partecipate oggi affidano a terzi consentendo notevoli risparmi. Italia dei Valori si dimostra così, ancora una volta, a fianco del Sindaco Orlando nell’attuazione del programma elettorale per il bene della città».
Positivo il commento di Giusi Scafidi, consigliere comunale e presidente della quarta commissione consiliare. «Finalmente da oggi potremo rassicurare tutte quelle famiglie che per anni hanno vissuto l’incubo di una paventata perdita del lavoro. Tutto questo grazie all’impegno del Consiglio comunale che ha detto sì alla nascita della nuova società consortile che sostituire la vecchia Gesip. Auspico che dopo i primi 950 lavoratori che transiteranno alla Reset, anche il resto delle famiglie possa cominciare a pensare alla costruzione di un nuovo futuro». Critico Sandro Leonardi, consigliere comunale del Pd: «Altro che resettare Palermo – sbotta Leonardi – con la nuova società consortile il sindaco Orlando ha dichiarato il game over per i cittadini che saranno costretti a pagare con le proprie tasse un altro carrozzone in cambio dei soliti scadenti servizi. Sono preoccupato per tutti i lavoratori del Comune e delle partecipate, e finanche per gli stessi lavoratori Gesip, perché il piano non ha la necessaria sostenibilità finanziaria».
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