A protestare contro il mancato rinnovo del contratto, i dipendenti delle aziende iscritte a Federdistribuzione: Sma, Oviesse, Zara, Auchan, Lidl, Carrefour, Zara, Leroy Merlin, Rinascente, Bricocenter e Ikea. Gallery
Palermo, sciopero lavoratori del commercio Forte adesione con picchi dell’80 per cento
A colpi di fischietto e coperchi di pentole i dipendenti delle aziende del commercio stamane a Palermo hanno manifestato contro Federdistribuzione che da due anni non rinnova il contratto collettivo del lavoro. Lo sciopero unitario indetto su scala nazionale, nel capoluogo siciliano ha registrato un’adesione media del 55 per cento con picchi dell’80 per cento tra i lavoratori di Sma, Zara e Oviesse. A protestare in via Libertà, davanti il punto vendita della nota catena di abbigliamento, sono stati i dipendenti delle aziende iscritte a Federdistribuzione tra le quali, oltre alle tre già citate, anche Auchan, Lidl, Carrefour, Zara, Leroy Merlin, Rinascente, Bricocenter e Ikea. Da più di due anni queste società trattano coi sindacati per il rinnovo del contratto collettivo, senza arrivare a un accordo, con il risultato che, rispetto ai dipendenti delle altre aziende del commercio non associate a Federdistribuzione, ossia alla stragrande maggioranza delle lavoratrici e dei lavoratori dello stesso settore, questi lavoratori percepiscono importi inferiori.
«C’è stata una forte adesione – dice Marianna Flauto, segretario generale della Uiltucs Sicilia – ci auguriamo che Federdistribuzione riveda le sue posizioni con particolare riguardo alle proposte di deroga e sospensione degli istituti contrattuali in caso di crisi e, nelle more che ci siano le condizioni per potere stipulare un nuovo contratto nazionale con Federdistribuzione, decida di applicare ai lavoratori il contratto di riferimento nel settore terziario ovvero il contratto sottoscritto con Confcommercio nell’aprile 2015». Il tavolo delle trattative è saltato in seguito ad alcune proposte ritenute dai sindacati irricevibili ma che sono state poste come condizioni non negoziabili. Tra queste, l’imposizione di norme destinate a consentire alle aziende di derogare a tutti gli istituti del futuro contratto, anche in assenza di accordo tra le parti a livello aziendale, compresi quattordicesima, permessi, orari di lavoro.
Secondo la Uiltucs «Federdistribuzione ha deciso di erogare a trattativa cessata e a oltre un anno dalla sigla del contratto collettivo del terziario la somma di 15 euro. Un atto di arroganza paternalistica verso i lavoratori considerando che da oltre un anno i dipendenti ai quali si applica il contratto già firmato hanno già ricevuto circa 400 euro in più in busta paga e possono contare su un aumento salariale di 30 euro che diventeranno 45 a giugno.