L'ex giocatore e allenatore rosanero si è pronunciato sulla gara odierna dopo avere fatto un tuffo nel passato e rivissuto i momenti relativi alla vittoria casalinga in rimonta contro i campani in occasione del primo appuntamento del nuovo anno nel campionato di B 1995/96
Palermo-Salernitana, amarcord e attualità Arcoleo: «Conterà molto la brillantezza»
Gara casalinga contro la Salernitana al battesimo del nuovo anno. Per il Palermo si tratta di un déjà-vu. Anche nel campionato di serie B 1995/96 i rosanero inaugurarono il nuovo anno solare affrontando tra le mura amiche la compagine granata, sconfitta per 2-1 in virtù dei gol di Scarafoni e Caterino dopo il momentaneo vantaggio degli ospiti firmato Tudisco. Questa cartolina custodita nell’album dei ricordi può essere di buon auspicio per la formazione di Stellone capolista del torneo cadetto e, a proposito di primato in classifica, il successo datato 7 gennaio 1996 consentì ai rosa di piantare la propria bandierina in vetta a quota 28 punti in compagnia di Genoa e Pescara. Era il Palermo dei picciotti guidato da Ignazio Arcoleo: «Allenavo una squadra fortissima che faceva tremare tutte le avversarie di B – sottolinea il settantenne tecnico palermitano – l’ossatura era composta da giocatori di una certa esperienza come Berti, Biffi, Ferrara, Iachini e Di Già ma il resto dell’organico era formato da giovani palermitani. Quella sfida con la Salernitana alla Favorita fu una partita dai due volti: primo tempo tutto dei campani che avrebbero potuto realizzare più reti dopo il gol del vantaggio e secondo tempo appannaggio del Palermo che riuscì poi a vincere in rimonta. Le due compagini si affrontarono a viso aperto e crearono tante occasioni fino a quando non finirono le risorse».
La collocazione temporale della gara odierna non è l’unica analogia tra l’attualità e quella squadra autoctona targata Arcoleo. Un altro punto di contatto è la continuità. Una serie utile che con Stellone dura da tredici partite e che ventitré anni fa in campionato si fermò a undici gare con la sconfitta (1-0) rimediata a Marassi contro il Genoa. I risultati utili, in generale, furono in realtà quattordici contando anche le vittorie in Coppa Italia contro Acireale, Parma e Vicenza: «C’era il rischio, con gli impegni infrasettimanali di Coppa, di arrivare scarichi la domenica in campionato e invece riuscimmo a mantenere un buon ritmo. In ogni caso, mi auguro che Stellone possa superare il record e rimanere imbattuto per tutto il girone di ritorno. Significherebbe vincere il campionato». Traguardo da raggiungere step by step come direbbero gli inglesi…Edificio che va costruito con gradualità e il match in programma questa sera, in caso di vittoria, potrebbe rappresentare per i rosanero uno di quei mattoncini funzionali in ottica futura al completamento dell’opera.
La sfida di oggi, tuttavia, nasconde più di un’insidia. La condizione psico-fisica del gruppo dopo una sosta di circa venti giorni, ad esempio, è in relazione all’appuntamento di questa sera un punto interrogativo: «Durante la pausa e dopo alcuni giorni di vacanza, le squadre hanno fatto una mini-preparazione – osserva l’ex giocatore e allenatore rosanero, in panchina a Palermo nel 1995/96 e per trenta giornate del 1996/97 tra i cadetti e, da subentrato, per un’ampia fetta del campionato 1997/98 in C1 – avrà un vantaggio la compagine che in campo giocherà con maggiore intensità. La brillantezza sarà un aspetto molto importante». E a proposito di incognite, il campo dirà più tardi se il Palermo è riuscito ad isolarsi dalle recenti turbolenze sul fronte societario che hanno coinvolto in prima persona il direttore dell’area tecnica Rino Foschi: «Al termine della stagione si tireranno le somme ma, allo stato attuale, spero per il club e per il bene di tutti che la parte tecnica non venga toccata e che Foschi possa proseguire tranquillamente il suo lavoro. Le risposte della gente? I tifosi piano piano stanno tornando allo stadio e mi auguro nel girone di ritorno di vedere una partecipazione del pubblico sempre più grande».