Cronaca

A Palermo gli studenti hanno votato in un referendum sull’utilizzo del grembiule a scuola

In 289 hanno votato l’opzione «grembiule al bisogno» mentre 197 hanno contrassegnato la casella «grembiule sempre». Si tratta del risultato di un referendum che ha coinvolto gli studenti della scuola primaria dell’istituto comprensivo Rita Borsellino di Palermo. L’iniziativa è stata promossa dalla dirigente scolastica dopo che la stessa aveva ricevuto una missiva da due classi quarte che chiedevano la possibilità di decidere sulle modalità di utilizzo di questo indumento. Successivamente la votazione è stata allargata a tutti gli alunni. La votazione, come riporta Orizzonte Scuola, ha coinvolto infatti 530 alunni e alunne che hanno avuto la possibilità di esprimere il proprio voto scegliendo tra due opzioni. Alla fine ha prevalso il voto contrario al grembiule sempre.

La dirigente scolastica Lucia Sorce ha annunciato quali saranno i prossimi passaggi dopo l’esito delle urne. «Convocheremo un collegio dei docenti per ratificare questo risultato – ha spiegato Sorce intervistata da La Repubblica – Ma io spero che questa esperienza sia da stimolo per ricordarci quanto è bella la scuola dell’attivismo. I bambini hanno diritto di parola più degli adulti, questa esperienza deve riportare i bambini al centro perché vogliono essere messi nelle condizioni di operare diventando attori e attrici consapevoli». La competizione è stata organizzata come una vera e propria elezione con dei seggi elettorali, scrutatori e una mobilitazione con striscioni e slogan realizzati dai comitati.

Sul tema del grembiule a scuola non c’è una regola ministeriale che ne disciplina l’utilizzo a livello centrale ma ogni istituto può decidere in autonomia. Su questa vicenda il nostro giornale aveva realizzato un approfondimento con la collaborazione con Concetta Polizzi, psicologa pediatrica e professoressa associata di Psicologia dello sviluppo e dell’educazione al dipartimento di Scienze psicologiche, pedagogiche, dell’esercizio e della formazione all’Università di PalermoL’articolo può essere letto cliccano qui.

Redazione

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