Risale al 30 aprile l’ultima delibera del Consiglio comunale di Palermo, che quel giorno si è riunito per approvare la variazione di bilancio, l’approvazione dell’imposta di soggiorno e le modifiche alla tassa sui rifiuti (TARI). Da quel momento più nulla, nessuna delibera o approvazione, ma soltanto tafferugli e colpi bassi che rischiano di paralizzare la […]
Palermo ostaggio del suo Consiglio comunale: nessuna approvazione o delibera da oltre due mesi
Risale al 30 aprile l’ultima delibera del Consiglio comunale di Palermo, che quel giorno si è riunito per approvare la variazione di bilancio, l’approvazione dell’imposta di soggiorno e le modifiche alla tassa sui rifiuti (TARI). Da quel momento più nulla, nessuna delibera o approvazione, ma soltanto tafferugli e colpi bassi che rischiano di paralizzare la città su questioni rilevanti come i rifiuti o i trasporti pubblici. Non sono però soltanto i due mesi senza delibere a determinare lo scarso rendimento del senato cittadino, perché a ben vedere, dall’inizio di quest’anno ad oggi, i rappresentanti dei palermitani hanno votato soltanto 13 delibere che hanno inciso sulle sorti della città, un numero veramente esiguo per l’esigenze di un’area popolosa come quella di Palermo.
Nello specifico sono state 4 le delibere di gennaio: approvazione del budget per Amg Energia, ricapitalizzazione della Rap, modifica del regolamento per il suolo pubblico e approvazione del documento unico di programmazione (Dup) 2025/2027. A febbraio solo due: approvazione dell’aliquota addizionale comunale all’Irpef 2025 e il Piano di utilizzo per il Parco della Favorita. Tre sono, invece, le delibere di marzo: piano delle alienazioni e valorizzazioni, approvazione del Bilancio di previsione 2025/2027 e il progetto di riqualificazione del porticciolo della Bandita.
Arriviamo, dunque, alle ultime quattro delibere, tutte datate 30 aprile 2025. Quelle citate sono per lo più tutte questioni urgenti e inderogabili, per il resto però si è preferito bypassare i problemi della città a favore di un braccio di ferro politico, che ricorda il clima generalmente respirato in tempi di elezioni, ma in questo caso mancano ancora altri due anni, ed è bene ricordarlo. Diversi problemi si sono verificati anche per la convenzione con lo stadio Renzo Barbera, che non ha ancora visto la luce, infatti alla fine è stata prorogata quella precedente per altri sei anni. Per avviare il progetto di riqualificazione della struttura, servirà lo studio di fattibilità tecnico-economica, che non si farà prima dell’inizio del 2026.
Sul tavolo adesso ci sono degli argomenti caldi che andrebbero discussi e approvati nel più breve tempo possibile come il piano triennale delle opere pubbliche, la variazione e il consolidamento di bilancio e i contratti di servizio delle partecipate Rap e Amap, al momento bloccati dall’autorità garante delle comunicazioni (AGCOM), perché considera le due aziende due carrozzoni con cui il Comune di Palermo dovrebbe tagliare i ponti. Ma privatizzare in questo momento risulta impossibile per diverse motivazioni, tra cui il problema occupazionale che deriverebbe da questa scelta. Inoltre, le condizioni delle due azienda sono cambiate da quanto si è espressa l’Agcom: la Rap ad esempio è tornata in attivo con i conti. Motivo per cui si sta procedendo a stilare le controdeduzioni – che dovrebbero essere inviate ad all’autorità garante prima del festino di Santa Rosalia (14 luglio) – necessarie per procedere all’approvazione dei contratti servizio, i quali secondo il cronoprogramma dovrebbero essere definiti entro fine luglio.
Tuttavia, sarà difficile raggiungere certi obiettivi se tra le parti coinvolte non si distenderanno i toni, così come ci ha dimostrato il casus belli di ieri: in pratica il Coniglio comunale aveva proposto nelle scorse settimane la modifica del regolamento comunale, che avrebbe finalmente consentito di sostituire i mezzi a trazione animale con mezzi elettrici, firmato dall’assessore Giuliano Forzinetti della Dc. In linea con questa visione sul benessere animale, anche le il gruppo Dc all’Ars ha presentato un disegno di legge simile. Tutto ciò pare aver scatenato le ire del sindaco Roberto Lagalla che con una nota ufficiale, ha chiesto all’assessore Forzinetti di ritirare la proposta di modifica del regolamento comunale.
A questo punto, l’indignazione delle opposizioni si è espressa a suon di comunicati stampa: «Una decisione che smentisce clamorosamente le dichiarazioni pubbliche dello stesso Sindaco, il quale solo poche settimane fa si era detto favorevole all’eliminazione dei cavalli dal traino dei mezzi pubblici, impegnandosi a modernizzare la città nel rispetto della dignità animale e della sostenibilità ambientale – hanno scritto i consiglieri e le consigliere del Partito Democratico, M5S, Avs, Oso e Gruppo Misto – Il Sindaco dovrebbe avere il coraggio di spiegare ai palermitani il motivo di questo voltafaccia e assumersi la responsabilità politica di aver tradito un impegno pubblico. Questo comportamento offende la città e ne compromette il futuro». Roberto Lagalla ha poi provato a stemperare gli animi dichiarando che il progetto di sostituzione delle carrozze trainate da cavalli con mezzi elettrici è sempre in essere, ma ormai lo strappo è stato fatto e, stavolta, lo abbiamo visto tutti.