Il direttore del torneo spiega a MeridioNews il perché tecnicamente la numero due al mondo potrebbe prendere parte al torneo di tennis organizzato dal Countri Time Club. Intanto il numero delle giocatrici interdette sale a tre. Attesa e curiosità per il ritorno su un campo da tennis dopo il lockdown
Palermo Open Ladies, giallo sulla presenza di Simona Halep Palma: «Il mondo ci guarda, qualcuno potrebbe fare chiarezza»
Le nuove misure di sicurezza imposte dal ministro della Sanità, Roberto Speranza, rischiano di infrangere i sogni di gloria del Palermo Open Ladies, il torneo di tennis organizzato dal Country Time Club, che nell’edizione di quest’anno punta a raggiungere livelli mai toccati prima d’ora, ospitando in gara addirittura la numero due del mondo, Simona Halep. Il problema è che Halep, che come molte sue colleghe da quasi cinque mesi non calca il campo in una gara ufficiale, ha trascorso questo periodo di stasi nella sua Costanza, in Romania. Un Paese diventato zona rossa per il Covid-19, così come la Bulgaria e diversi altri, tanto da spingere le autorità nazionali a emanare un’ordinanza che impone 14 giorni di quarantena a chiunque provenga da questi Stati. Un problema per gli organizzatori del torneo, che hanno scritto una lettera al governo per chiedere una deroga.
In realtà Simona Halep non è l’unica tennista che non potrebbe prendere parte al torneo, con lei ci sono anche la connazionale Irina Begu, numero 81 della classifica Wta e un’altra atleta. «In Regione sanno che c’è il modo per uscire da questa fase di stallo – dice a MeridioNews Oliviero Palma, direttore del torneo e firmatario della missiva inviata a Roma – basterebbe chiarire il fatto che l’articolo due dell’ordinanza regionale si affida per quanto riguarda gli ingressi in regione all’articolo quattro del Dpcm, in cui si specifica che sono consentiti ingressi e spostamenti se per motivi strettamente professionali. E le atlete sono delle professioniste, così come i loro coach». Palma ha poi voluto ricordare quanto stringenti siano le misure di sicurezza imposte dall’organizzazione alle giocatrici.
«Abbiamo fatto nostre le direttiva della Mayo Clinic – eccellenza statunitense per la medicina Ndr – rendendole ancora più rigide con delle modifiche frutto dell’esperienza che abbiamo avuto in Italia in questi mesi – continua Palma – La giocatrice in questione, se autorizzata, farebbe un tampone poco prima della partenza dalla Romania, poi una volta atterrata a Palermo, viene prelevata da un autista che l’accompagnerà in albergo. Qui farà un altro tampone e finché non se ne riceverà l’esito, la giocatrice non riceve nemmeno il pass per entrare nell’area tecnica. Il tampone inoltre sarà ripetuto dopo quattro giorni. Per fare ciò abbiamo la collaborazione dell’ospedale Policlinico sotto il controllo del professore Cascio – primario di Malattie infettive Ndr -».
Intanto, Halep o non Halep, oggi è il giorno in cui le riserve andranno sciolte e si potrà sapere se la campionessa dell’ultimo Wimbledon calcherà la terra dei campetti di Mondello. Un vero peccato per un evento atteso mai come quest’anno a livello internazionale. «Devo essere sincero – spiega Palma – il Covid in un certo senso ci ha dato una mano. Il nostro è il primo torneo dell’era post-Covid. Giocatrici come Halep vengono qui anche sapendo che l’ingaggio non sarebbe stato all’altezza di altri torneo. Abbiamo giocatrici internazionali che vengono appositamente per misurarsi con il campo dopo cinque mesi di solo allenamento. Sarà il primo evento nel tennis, sia femminile che maschile, dopo l’emergenza sanitaria. Il primo in assoluto, anche rispetto a molti altri sport, con il pubblico, diverse dirette trasmesse dalla Rai e copertura mediatica notevole. Avremo addosso gli occhi di tutto il mondo. Ci guardano, ci osservano anche per prendere le mosse, cercare di copiare, vedere come va agli apripista». Un’occasione grandissima, che di certo gli organizzatori non vogliono mancare rinunciando alla giocatrice pià