Palermo, occupato l’Hotel Patria La trattoria diventata sede per universitari

Il problema è comune a Catania e a Palermo. Gli studenti fuorisede sono troppi, i posti letto garantiti dall’università e dall’Ersu troppo pochi. Mentre le strutture che potrebbero ospitarli spesso rimangono chiuse. L’Hotel Patria, occupato ieri dai giovani comunisti e dal circolo Vella di Rifondazione, è una di queste. Restaurato nel 2008 dallo Iacp, l’Istituto autonomo case popolari, e consegnato all’università di Palermo per trasformarlo in studentato, ma da allora chiuso, nonostante sia stato completato perfino l’arredamento. «Nel 2009 – spiega Paolo Toro, coordinatore provinciale dei giovani di Rifondazione comunista – l’Ersu spese 200mila euro per arredare le stanze». Da allora due guardiani, regolarmente pagati, «sorvegliano un cadavere» sottolinea Giuseppe Spataro, avvocato che assiste i ragazzi del circolo Vella.

L’’Hotel Patria a Palermo evoca storie e volti importanti. Situato nel popolare quartiere di origine araba della Kalsa, per anni ha legato la sua fama alla famosa trattoria Stella. Qui venivano a mangiare spesso i giudici Falcone e Borsellino, qui si fermavano i giornalisti che venivano inviati dalle redazioni per raccontare la Palermo degli anni 80. Uno scrigno che ha conservato per anni infinite storie. Tanto che Mario Calabresi, direttore de La Stampa, ne prese in prestito il nome per dare il titolo alla trasmissione che è andata in onda su Rai3 qualche mese fa.
Oggi la struttura è in gran parte proprietà dell’Università, lasciato in comodato d’uso all’Ersu. «Un contenzioso – spiega Toro – tra alcuni privati ex proprietari e l’Università riguardo il pianterreno e il piano ammezzato, ha impedito di ultimare i lavori». Manca la scala antincendio, ad esempio, ma, paradossalmente «ogni stanza – racconta
Giorgia Mirto, del circolo Vella – è dotata di un autonomo scaldabagno».

Nel 2011 le domande per un posto letto all’’Ersu di Palermo sono state 2337, gli idonei 1348, ma l’ente per il diritto allo studio mette a disposizione solo 700 posti, divisi in cinque studentati. «Questo edificio – commenta Toro – al massimo della capienza potrebbe ospitare 110 persone». Gli occupanti si riservano di presentare un esposto alla Procura della Repubblica per accertare le responsabilità della situazione ormai in stallo e quantificare lo spreco di denaro pubblico. «Abbiamo fatto le nostre ricerche – aggiunge il legale Spataro – e ci risulta che il contenzioso sia stato risolto a favore dell’Università. Perché, dunque, rimane tutto fermo?».

La Kalsa, dove sorge l’’Hotel Patria, è un quartiere popolare. «La gente è con noi, anzi sono stati i residenti e i commercianti a spingerci a sollevare il caso – ci tiene a precisare Irene Russotto, dei giovani comunisti – Più studenti nel quartiere aiuterebbero l’economia». Gli occupanti non vogliono che la struttura venga abbandonata e lasciata all’’usura del tempo e dei vandali. Hanno davanti agli occhi i crolli frequenti dei palazzi del centro storico, dall’’Albergheria al Capo, dall’’Acquasanta al rione Palazzo Reale, Palermo si sbriciola giorno dopo giorno. Ieri pomeriggio gli occupanti hanno organizzato un’assemblea aperta al quartiere, quindi in serata una cena sociale. Proprio in quel cortile interno dove anni fa si serviva il pesce ai tavolini della trattoria Stella.


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Negli anni 80 centro di ritrovo per giornalisti e giudici come Falcone e Borsellino, dal 2008 a disposizione dell'Università e dell'Ersu, la struttura sarebbe dovuta diventare uno studentato. I giovani comunisti e i militanti del circolo Vella di Rifondazione Comunista lo hanno occupato ieri mattina, per denunciare «l'ennesimo sperpero del patrimonio palermitano»

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