Palermo nuova frontiera internazionale del turismo gay

IL SUCCESSO DEL GAY PRIDE STA PRODUCENDO OTTIMI RISULTATI. PER IL RILANCIO DELL’IMMAGINE TURISTICA DELLA SICILIA HA FATTO HA FATTO DI PIU’ QUESTA MANIFESTAZIONE, GIOIOSA E FESTOSA, CHE NON OLTRE 60 ANNI DI SOLDI PUBBLICI GETTATI PER ALIMENTARE CLIENTELE DELLA PRESUNTA ‘PROMOZIONE’….  

Il capoluogo siciliano città gay friendly? Potrà non piacere a qualcuno, ma, evidentemente, i gay si trovano bene a Palermo e Palermo non aspetta altro che accogliere con piacere gli omosessuali, di diventare una meta del turismo Glbt.

Nel prossimo futuro, potrebbe esserci una fiera del turismo gay e lesbico anche nel Sud, a Palermo, almeno, nelle intenzioni di Alessio Virgilio, rappresentante in Italia dell’Iglta, ritenuta la prima e più grande associazione mondiale di imprese che operano nell’industria turistica rivolta alla clientela gay, 2.200 aziende da 85 Paesi associate, e presidente di Aigtl, l’associazione italiana del turismo gay, che, però, dice di aver trovato un attento interlocutore nel primo cittadini, Leoluca Orlando: “Ne abbiamo parlato con il Sindaco, che si è detto disponibile”

Il successo del Gay pride dei mesi scorsi, a Palermo, evidentemente sta producendo i suoi risultati. Avrà fatto il giro del mondo l’immagine del sindaco Orlando in boa di struzzo, in occasione della presentazione del Pride. Un successo che, seppure può aver fatto storcere la bocca a qualcuno, al di là degli eccessi coreografici e folkloristici e delle polemiche per episodi discutibili come la proiezione del simbolo gay sulla facciata della Cattedrale, ha comunque divertito tantissimi palermitani e quanti erano in città per l’occasione e ha stupito quanti si approcciano all’immagine della nostra città sulla base dei consueti stereotipi.

Insomma, come promozione dell’immagine turistica della Sicilia – e come possibile aumento del volume di affari – ha fatto di più (e meglio) questa manifestazione che non oltre sessant’anni di Regione siciliana. Può sembrare assurdo, ma è così. 

Basti pensare ai soldi – una volta erano miliardi di lire, oggi sono milioni di euro – spesi per la promozione della Sicilia. Fiumi di denari pubblico che hanno alimentato solo grandi clientele. Con risultati scadenti.

D’altronde, l’idea di fare della Sicilia una delle mete del turismo gay non è nuova. La lanciò, già nel 2010, l’allora assessore regionale Nino Strano, sollevando furiose polemiche, ma anche pareri favorevoli. Il turismo gay è un settore in crescita in tutto il mondo, e guarda con attenzione al Belpaese.

Da tre anni l’Italia ospita, a Bergamo, Expo Turismo Gay, che quest’anno si terrà il 27 e 28 settembre. “L’Italia è uno dei mercati cresciuti più velocemente per il turismo LGBT nel Continente europeo – secondo John Tanzella, presidente e amministratore delegato dell’Iglta -. I presupposti per una crescita costante ci sono tutti, perché l’Italia ha delle ottime potenzialità”.

“E’ ora di accogliere questo target, che ha specifiche esigenze, ma anche di superare sterili etichette che dividono e non aiutano a capire quanto la diversità sia apportatrice di ricchezza”, pensa Virgilio che, a quanto pare, punta su Palermo come prossima frontiera del turismo gay.

 


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