I dati della camera di commercio parlano chiaro: nei primi sei mesi di quest'anno 830 cancellazioni dall'albo degli artigiani e 530 nuove iscrizioni. In difficolta' parrucchierie e centri estetici. La denuncia di nunzio reina (confartigianato)
Palermo: mentre la politica chiacchiera l’economia cittadina sprofonda nel baratro
I DATI DELLA CAMERA DI COMMERCIO PARLANO CHIARO: NEI PRIMI SEI MESI DI QUEST’ANNO 830 CANCELLAZIONI DALL’ALBO DEGLI ARTIGIANI E 530 NUOVE ISCRIZIONI. IN DIFFICOLTA’ PARRUCCHIERIE E CENTRI ESTETICI. LA DENUNCIA DI NUNZIO REINA (CONFARTIGIANATO)
Mentre la politica siciliana si perde in chiacchiere, l’economia dell’Isola sprofonda nel baratro. L’esempio è fornito da Palermo. Dove dall’inizio dell’anno ad oggi il bilancio tra aziende nate e fallite è negativo.
“A parlare chiaro sono i dati della Camera di Commercio del capoluogo dell’Isola che, dal primo gennaio al 30 giugno di quest’anno, ha registrato 830 cancellazioni dall’albo degli artigiani, rispetto a 530 nuove iscrizioni. Le “variazioni”, dal ridimensionamento dei locali allo spostamento fisico dell’attività, sono invece state 430. Numeri sconfortanti che riguardano tutti i settori del mondo dell’Artigianato, ma soprattutto quello dell’edilizia. Al secondo posto tra le cancellazioni, parruccherie e centri estetici.
“A Palermo le imprese artigiane sprofondano sempre più nel baratro – dice il presidente provinciale di Confartigianato, Nunzio Reina – ma tutti coloro che dovrebbero intervenire stanno solo a guardare. Per 830 aziende chiuse, sarà almeno il doppio il numero delle persone che resterà senza un lavoro o lavorerà da abusivo”.
Ormai a Palermo i parrucchieri che abbassano la saracinesca mettendo tutto l’occorrente in una borsa per lavorare a domicilio non si contano più. “Ma i suoi dipendenti, quando questo si verifica – sottolinea il presidente di Confartigianato – finiscono in mezzo alla strada strada. Abusivismo e lavoro nero diventano così fenomeni impossibili da contrastare”.
“Alla base del tracollo economico – aggiunge Reina – ci sono la forte pressione fiscale e l’impossibilità di accesso al credito. Una situazione di fronte alla quale assistiamo al silenzio della politica e alla continua chiusura di attività che stanno trasformando la nostra città in un deserto commerciale. Non vogliamo che a questi dati in negativo si aggiungano anche bar e ristoranti che attendono ancora il regolamento per i dehors. Anche questo aspetto incide profondamente sulla situazione delle attività commerciali palermitane che, in questo modo – conclude Reina – potranno mettersi in regola in inverno, quando la stagione renderà inutile la collocazione di qualunque struttura, seppur autorizzata”.