Palermo, l’Amat e l’incubo degli autobus 101 dimezzati: “Da Mondello al Politema due ore”

Pubblichiamo una lettera di una cittadina palermitana, Giusi Badalamenti, che denuncia lo stato pietoso del trasporto pubblico a Palermo. Nulla di nuovo? Non proprio. Perché, a quanto pare, nelle ultime settimane, sarebbe stato tagliato il numero di mezzi (già esiguo) su alcune linee primarie, come il 101. Se prima era un incubo arrivare dalla periferia al centro, ora è pure peggio….Leggiamo insieme cosa ci racconta la nostra lettrice concittadina:

“Vivo a Partanna Mondello, alla periferia di Palermo. Luogo splendido, se non fosse per il fatto che, arrivare in centro, è una esperienza ‘drammatica’. Intendiamoci, è sempre stato così, e i palermitani che usano gli autobus, lo sanno. Ma, nelle ultime settimane, la situazione, per quanto inimmaginabile, è pure peggiorata. A quanto pare, infatti, sono stati dimezzati i mezzi dell’Amat su alcune linee. Il che, considerando che erano già pochissimi, è una follia. Ma, cominciamo dal principio: mi sveglio la mattina, devo andare a lavoro, o in giro per commissioni, in centro. Per arrivare, ad esempio, in piazza Politeama, ho a disposizione tre linee. In teoria potrebbero bastare, in pratica, a Palermo, significa ore ed ore sprecate tra attese degli autobus e ‘viaggio’ che pare un calvario. Vi chiederete? Può andare peggio di così?

Ebbene, si. Perché se prima, una volta arrivati a piazza Alcide De Gasperi, gli autobus della linea 101 (che ti porta in centro) erano abbastanza frequenti, ora non è più così. Attesa estenuante a Partanna Mondello, alla quale si aggiunge anche quella, altrettanto estenuante, a Piazza Alcide De Gasperi. Morale, per arrivare ‘downtown’, ci si può impiegare anche due ore e passa. Un’impresa titanica.
Tutto qui? Certo che no. Quando sali sull’autobus (che ti pare un miraggio), hai la conferma, se ancora servisse, di come a Palermo non funzioni proprio nulla: una folla di gente accalcata, come sardine, come deportati, peggio di un carro bestiame. Nell’afa, tra il sudore e l’esasperazione di tutti. Ovviamente, sulla maggior parte dei mezzi, l’aria condizionata è un sogno proibito. I turisti? Comprensibilmente e visibilmente scioccati da questo spettacolo indegno. “Hanno dimezzato i mezzi” sussurrano gli autisti. Ma diciamo vero? E’ come togliere un pezzo di pane ad un affamato.
Palermo città d’arte cultura, mare e sole. Dove il servizio ‘trasporto pubblico’ è negato ai suoi cittadini e a chi viene per visitarla. Una domanda sorge spontanea: come si possono dimezzare gli autobus quando già erano pochissimi? “Alcuni mezzi sono guasti”, dicono dall’Amat. Girala come vuoi, chi paga è il palermitano che, oblitera il biglietto ad 1,30 euro, x 90 minuti. Certo è un obbligo, un dovere obliterare il biglietto e bene ha fatto l’Amat ad educare i cittadini in tal senso. Ma anche fornire un servizio dignitoso è un obbligo, un dovere per l’amministrazione comunale. Per ora, però, è solo un sogno. Anzi, un incubo per noi.”.
Giusi Badalamenti


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