Palermo, la protesta degli studenti: cosa seria o solito anticipo delle vacanze di Natale?

OCCUPATO IL LICEO UMBERTO I. E’ PROBABILE CHE, A RUOTA, SEGUANO ALTRE SCUOLE

Puntuali come un orologio di alta precisione, gli studenti delle scuole superiori di Palermo – ha cominciato il Liceo Classico Umberto I – ogni anno, a fine novembre, vengono assaliti dalla voglia matta di cambiare il mondo. Cominciando, magari, a cambiare una scuola che non cambia mai. Ma che, semmai, peggiora di anno in anno.

Quest’anno, stando a quello che abbiamo capito, le parole chiave della protesta sono: caro libri, riforme scolastiche sbagliate o mancate e un’assolutamente legittima critica all’austerità del Governo nazionale.

Ragioni giustissime, sacrosante. Quello che non ci convince è la scelta dei tempi, sempre lo stesso periodo: fine novembre-primi di dicembre. Quest’anno, in verità, con un po’ di anticipo: seconda decade di novembre.

Lo sappiamo: gli studenti delle scuole superiori, leggendo queste righe, ci detesteranno un po’, ma noi lo dobbiamo dire: perché, ogni anno, questa legittima e sacrosanta voglia di cambiare la scuola e il mondo si manifesta sempre fine novembre, si snoda per tutto dicembre, per poi scomparire del tutto dopo l’Epifania?

A noi hanno insegnato che l’Epifania “tutte le feste si porta via”: Le feste, non le proteste. In Sicilia – e soprattutto a Palermo – spiace dirlo, l’Epifania, ogni anno, oltre alle feste, si porta via anche le proteste. E la cosa, a noi, non ci convince, ragazzi: non ci convince proprio!

Perché questa protesta che esplode sempre un mese prima del Natale e si conclude, regolarmente, con un nulla di fatto dopo il 6 gennaio, per riproporsi l’anno successivo tale e quale, beh, a noi sa tanto di un anticipo delle vacanze…

A meno che, quest’anno, gli studenti non ci facciano vedere qualcosa di serio: qualcosa che, magari, non sfumi con l’Epifania. Magari non solo occupazione, magari un cambiamento vero.

Sarà così? Vedremo.


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