Il presidente rosanero ostenta serenità in seguito alla sentenza di primo grado del Tribunale Federale Nazionale. Molti tifosi, scatenati sui social, puntano il dito contro gli organi di giustizia sportiva lamentando «una evidente diversità di trattamento rispetto ad altri club»
Palermo in C, una città con il fiato sospeso Albanese: «Abbiamo ancora più fiducia»
Non è stato un vero e proprio fulmine a ciel sereno perché molti tifosi, tenendo conto della pesante richiesta formulata dalla Procura Federale, già da venerdì sentivano nell’aria puzza di bruciato ma la sentenza di primo grado del Tribunale Federale Nazionale – ultimo posto in classifica per il Palermo e conseguente serie C – ha avuto ugualmente gli effetti di una mazzata. Il popolo rosanero fatica a digerire un provvedimento che ritiene ingiusto e, in questo momento di sconforto, cerca dei sostegni a cui appoggiarsi.
In uno specchio di mare dominato dallo smarrimento e dalla negatività («Non è giusto che per colpa di Zamparini debba pagare la città» – è una delle frasi ricorrenti del vocabolario usato in queste ore sul web dalle persone nelle cui vene scorre sangue rosanero), un’ancora di salvataggio può essere la grinta del presidente del club Alessandro Albanese: «E’ una sentenza pesantissima che non riesco a comprendere – ha ammesso – la stiamo rileggendo assieme ai legali e posso confermare che stiamo presentando appello perché lì in giudizio la sentenza va ribaltata. La proprietà, che ho sentito, è ancora più motivata. Nel proporre appello – prosegue – daremo un’evidenza fondi per fare un grande campionato di A, qualora ci dovessimo arrivare sul campo, e con la cordata di imprenditori daremo supporto alla proprietà per dimostrare ancora una volta che, appunto, c’è una nuova proprietà che ha l’opportunità di rilanciare il Palermo in ambito nazionale e internazionale. Confidiamo nell’appello e ci auguriamo che un eventuale slittamento dei playoff non debba, come al solito, sacrificare sempre il Palermo. Piano diverso con la C? Noi non ci sentiamo assolutamente in serie C, dobbiamo aspettare l’appello e due gradi di giudizio. Avevamo fiducia prima e adesso, vista la sentenza, ne abbiamo ancora di più. Stiamo analizzando bene la sentenza in modo da presentare un appello abbastanza motivato».
Più istintiva, sul fronte dirigenziale, la reazione del direttore sportivo Rino Foschi: «È una vergogna – ha dichiarato all’agenzia Italpress – che arrivi una sentenza del genere che punisce una città intera, una tifoseria e il nostro lavoro. I prossimi gradi di giudizio? Resto fiducioso ma in questo Paese non credo più a niente». La delusione e l’amarezza che trasudano dalle parole del ds rosanero rispecchiano lo stato d’animo di molti sostenitori i quali, soprattutto sui social e attraverso la sezione «commenti» dei diversi portali d’informazione che si nutrono della quotidianità legata al Palermo Calcio, hanno puntato il dito in particolare contro il sistema contestando il metodo dei ‘due pesi e due misure’ adottato dagli organi di giustizia sportiva. «Perché ci deve essere una disparità di trattamento rispetto ad altri club? E perché a pagare deve essere solo il Palermo?».
È la domanda, ad esempio, che si pone il comico Sasà Salvaggio che al sarcasmo e alla linea soft di Ficarra e Picone («Se non ci vogliono in serie A – hanno dichiarato ad Italpress – ci iscriviamo alla Premier League inglese…») ha preferito i toni forti per esprimere le proprie sensazioni: «La serie C sarebbe un obbrobrio. Adesso basta, è arrivato il momento che noi palermitani ci facciamo sentire. Mi rivolgo ai tifosi ma anche alle istituzioni e invito pure il presidente della Lega A, Miccichè, che è palermitano, a fare qualcosa. E’ assurdo che a pagare sia solo il Palermo e che invece altri club, come ad esempio il Parma o il Frosinone con una delle condotte forse più antisportive nella storia del calcio, recentemente abbiano ricevuto un trattamento diverso. Illecito amministrativo? E in questi anni cosa ha fatto la Covisoc (organo deputato al controllo dei bilanci delle società calcistiche, ndr)? Perché ha dato l’ok ai bilanci? E’ la dimostrazione che il sistema non funziona e che in cabina di regia ci sono persone incompetenti». Sulla stessa lunghezza d’onda viaggia Melissa Catanzaro, fondatrice del gruppo Rosanerogirls della Curva Nord: «Siamo sotto choc. E c’è anche tanta rabbia. Mi chiedo perché i Tribunali e le altre società non hanno fatto nulla in altre circostanze. Adesso che sotto la lente di ingrandimento è finito il Palermo tutti sono diventati improvvisamente precisi e puntuali. Che coincidenza…Saranno contenti – ha aggiunto – quei tifosi a cui andava bene anche un Palermo in C pur di non vedere più Zamparini. Sono stati accontentati…».
La C, in ogni caso, allo stato attuale è solo una prospettiva ma non è ancora una certezza. Il Palermo farà in modo di ribaltare la sentenza di primo grado del Tribunale Federale Nazionale e davanti alla Corte d’Appello punterà tutto su un ricorso che continuerà a fare leva su precise coordinate. Uno dei principali strumenti di difesa si baserà ancora sulla dimostrazione dell’improcedibilità e inammissibilità del procedimento in virtù di un provvedimento già archiviato (il riferimento è alla sentenza del Tribunale che nel marzo 2018 ha respinto l’istanza di fallimento presentata dalla Procura) e che non può essere riaperto se nel frattempo non sono emersi fatti rilevanti.