Palermo, il teatro Ditirammu costretto a vendere i costumi. Anselmi: “Non è ammissibile”

Come racconta il sito Balarm.it: “Il Teatro Ditirammu che rischia la chiusura per via dei mancati finanziamenti ai Teatri Privati, venderà una parte dei suoi costumi teatrali per grandi e piccini e alcuni oggetti di scena del Teatro, per coprire le spese già affrontate e da affrontare in futuro”.

Il triste appuntamento è fissato per domani, in via Via Torremuzza 6, a Palermo.

Una situazione che risente della selvaggia decisione di ridurre i fondi alla cultura. Il teatro in questione, tra l’altro, è uno degli emblemi della tradizione popolare siciliana. Uno di quei luoghi che verrebbe segnalato nelle guide turistiche del capoluogo.

Eppure, nella folle corse verso la spending review, gioielli del genere rimangono vittime di scelte arbitrarie del tutto discutibili.

Di anno in anno, infatti, nelle manovre economiche della Regione siciliana, invece di andare a colpire i veri sprechi e le vere manovre clientelari, si è ridotta la spesa per teatri e fondazioni che svolgono un ruolo culturale di primo piano.

La storia è sempre la stessa. E’ quella della Tabella H. Ma, nella furia di dovere dimostrare che questo capitolo del Bilancio regionale, non è del tutto asservito alle segreterie dei politicanti, si rischia di buttare via l’acqua sporca col bambino.

Non è, infatti, una mossa intelligente e che va nella direzione del bene comune, ridurre i finanziamenti a Teatri, come il Ditirammu, e altre organizzazioni, che ancora, nonostante tutto, credono nella missione di diffondere la cultura e le tradizioni siciliane.

Del caso si è fatta portavoce  Alice Anselmo, deputato regionale del gruppo parlamentare di maggioranza Drs (Democratici e riformisti per la Sicilia) che ha già annunciato battaglia all’Ars sul caso: “Una situazione del genere non è ammissibile”. 


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