«Nel corso di un incontro avuto con il sindaco Roberto Lagalla, una delegazione di Forza Italia ha ribadito che il partito non intende entrare nel merito delle scelte che afferiscono alla competenza esclusiva del primo cittadino circa la composizione complessiva della giunta, ed ha quindi comunicato la volontà di procedere alla naturale sostituzione di un assessore precedentemente indicato dal partito all’inizio della consiliatura, e che ha ora aderito ad un’altra forza politica».
Questo si legge in una nota del partito del presidente della Regione Renato Schifani, orfano di Andrea Mineo, assessore al Verde del Comune di Palermo, passato però tra le fila dei nemici-amici di Fratelli d’Italia. Una nota criptica, quella degli azzurri, che indicano Piero Alongi – schifaniano – come nome nuovo per la giunta, e di Mineo, che prima della fuoriuscita era stato pure isolato in quanto vicino da sempre a Gianfranco Miccichè, stanno bene attenti a non farne nemmeno il nome. E non si capisce nemmeno se chiedono che Alongi vada a rimpiazzare l’innominato o a prendere il posto di Carolina Varchi, destinata a tornare al suo ruolo di deputata a Roma.
Quello che Forza Italia chiede, piuttosto, è il riequilibrio dei numeri degli assessori distribuiti per partito secondo le logiche della spartizione per percentuale di consensi ottenuta, ricordando di essere stato il partito più votato e specificando, per bocca del coordinatore regionale Marcello Caruso, che «alla luce di tutto ciò siamo convinti che il sindaco debba, senza indugio, dare seguito a quanto rappresentato, così da ripristinare il giusto riconoscimento agli elettori di Forza Italia che, rendendolo il partito più votato alle amministrative del 2022, hanno contribuito alla vittoria del centrodestra e del sindaco». Senza indugio, dunque. Ma non è loro intenzione «entrare nel merito delle scelte».
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