Secondo alcuni rumors, il patron starebbe pensando ad un clamoroso ritorno di De Zerbi. Potrebbe avere effetti traumatici la sconfitta rimediata ieri sul campo dell'Empoli. Un ko che complica notevolmente il cammino verso la salvezza dei rosanero, distanti adesso sette punti dal quartultimo posto
Palermo, aleggiano i fantasmi della serie B Zamparini già stufo della gestione Corini?
Partiamo da una frase pronunciata da Corini al termine della partita: «Non sarà facile mandare in B il Palermo, daremo del filo da torcere a tutti. La squadra mi segue e lotteremo fino alla fine per restare in serie A». Bisogna capire, tuttavia, se il tecnico avrà il tempo per legittimare questa ambizione e proseguire il suo lavoro. Un dubbio che sorge spontaneo ascoltando i rumors delle ultime ore in base ai quali Corini sarebbe in bilico e Zamparini starebbe pensando ad un clamoroso ritorno di De Zerbi. Una mossa che, se si concretizzerà, sarebbe in linea con lo stile del patron rosanero, incapace di assumersi le proprie responsabilità e abile a scaricare quasi sempre sugli altri delle colpe che invece sono sue. Prima di mettere in discussione Corini, perché Zamparini non si attivava per consegnare al tecnico dei validi rinforzi in vista del delicato scontro salvezza contro l’Empoli? Aspettare l’esito del match del «Castellani» per capire in che modo intervenire sul mercato è stato un grave errore di valutazione. Criticare il gioco di Corini e attuare un piano B sul mercato alla luce della sconfitta di ieri sono solo comodi alibi a disposizione di un presidente che non ha più la capacità di investire e che in estate ha allestito una squadra inadeguata per la serie A.
Zamparini, però, nei giorni scorsi ha detto forse una cosa giusta: «Se perdiamo ad Empoli siamo retrocessi al 90%». Al di là delle percentuali, è difficile in questo caso dare torto al numero uno del club di viale del Fante perché adesso serve davvero un miracolo ai rosanero, distanti sette punti dal quartultimo posto occupato proprio dai toscani che ieri si sono imposti tra le mura amiche grazie ad un rigore trasformato dal neo-entrato Maccarone (ex di turno) al 33’ del secondo tempo. Il 2017 comincia nel peggiore dei modi. Il Palermo, pur consapevole dell’importanza della partita, ha fallito un appuntamento potenzialmente decisivo. Era una specie di esame di maturità e la squadra non lo ha superato. Non tanto sul piano del gioco perché, nell’ambito di una partita tutto sommato equilibrata, i rosanero per alcuni tratti hanno dato dei segnali di vita (l’approccio, ad esempio, è stato incoraggiante), ma dal punto di vista della mentalità e dell’atteggiamento. La sensazione, guardando la partita, è che ad un certo punto l’undici di Corini (in campo con il 3-5-1-1 con Bruno Henrique preferito a Diamanti) abbia voluto gestire il match accontentandosi inconsciamente di un pareggio che non avrebbe compromesso il proprio cammino verso la salvezza.
Nel calcio, però, molto spesso chi gioca per pareggiare alla fine perde. Per vincere, devi fare qualcosa in più e non puoi adeguarti ai ritmi bassi di una partita. Per vincere una gara determinante come quella di ieri i rosanero avrebbero dovuto aggredire la partita e spingere con continuità sull’acceleratore alla ricerca del gol. E invece non lo hanno fatto creando delle situazioni di pericolo solo in rare occasioni e con delle fiammate individuali. Come se aspettassero di ricevere uno schiaffo prima di reagire. E adesso? La strada è decisamente in salita. Il passo falso di ieri potrebbe essere una mazzata terribile sul piano psicologico. E’ un ko che fa male e la ferita brucia ancora di più pensando che il Palermo, punito ancora una volta da errori individuali (evitabile il fallo da rigore commesso da Cionek su Maccarone), ha affrontato un avversario vulnerabile e assolutamente alla portata.