Palermo, docenti e studenti sulle barricate

Hanno riempito piazza Marina, dove sorge la storica sede del rettorato, per contestare il ministro Mariastella Gelmini, invitata a un convegno sul futuro dei laureati di 14 università italiane. Alla fine il più deluso per l´assenza della Gelmini, nel giorno dell´attacco sferrato da dodicimila studenti universitari di Palermo alla ministra berlusconiana, è stato il rettore Giuseppe Silvestri, che in segno di protesta ha deciso di oscurare il sito web dell´ateneo e ha autorizzato i presidi ad annullare oggi le lezioni per consentire assemblee nelle dodici facoltà e la partecipazione alla manifestazione nel centro città capeggiata dai docenti. «Prendo atto dell´assenza a Palermo del ministro. So che è a Ginevra in rappresentanza del nostro Paese, però devo dire che l´incontro di stamattina era molto serio», ha detto con disappunto il rettore, ricevendo una delegazione di studenti e docenti mentre fuori impazzava la contestazione in stile sessantottino: stessi slogan duri, un feretro nero con la bara dell´università portato a spalla, canti e cori contro il governo, un assedio andato avanti per più di tre ore.
La protesta anti-Gelmini il rettore l´ha paragonata agli scontri che Margaret Thatcher fronteggiò in Gran Bretagna quando sfidò a viso aperto il mondo accademico. «Ed ebbe la meglio – ricorda Silvestri – ma aveva detto con chiarezza qual era la sua idea. Oggi il dialogo inter-istituzionale è assente».
A Palermo, dove nel 1989 nacque il movimento della “Pantera”, docenti e studenti non erano mai scesi in piazza insieme. Silvestri ha impedito l´occupazione del rettorato, ha dato ordine di tenere i cancelli chiusi. Ma ha affrontato la piazza: «Io sono dalla vostra parte, i vertici dell´università sono preoccupati come voi», ha detto Silvestri, che dopo nove anni di mandato tra undici giorni lascerà la guida dell´ateneo, con i suoi 60 mila studenti, al successore Roberto Lagalla, ex assessore alla Sanità della giunta Cuffaro, anche lui a sostegno della protesta.
Per calmare gli animi dopo il tentativo dei ragazzi di forzare il blocco degli agenti, Silvestri ha invitato i poliziotti in tenuta antisommossa a ritirarsi dietro i cancelli. Qualche contestazione si è levata pure al suo indirizzo, quando ha detto di no all´occupazione simbolica del rettorato. «Amici – si è rivolto alle migliaia di manifestanti – i cancelli resteranno chiusi. Questo edificio è un castello del Trecento. Per problemi di sicurezza non vi posso fare entrare». Col megafono in mano, ai ragazzi ha assicurato la sua contrarietà alla trasformazione delle università in fondazione: «Il Senato accademico oggi si esprimerà contro. Ho sempre sostenuto l´assoluta necessità dell´indipendenza dell´università da qualsiasi condizionamento, sia dello Stato che dell´apparato produttivo», ha detto Silvestri, che ha chiesto agli studenti di rinunciare ai propositi più bellicosi, come le occupazioni o il blocco delle lezioni per dieci giorni di fila.
Oggi Silvestri non sfilerà per le vie del centro, come gli hanno chiesto, ma aspetterà docenti e studenti all´arrivo del corteo in prefettura: «Spiegherò al prefetto il disagio che sta vivendo il mondo universitario. Ci vediamo lì». A Palermo l´apertura dell´anno accademico sarà celebrata con una contromanifestazione. «C´è ben poco da celebrare – ha detto il rettore – accolgo la richiesta di non celebrare nessuna festa. Con i tagli previsti avremmo difficoltà a chiudere il bilancio del 2009 e non ce la faremo ad approvare quello del 2010. Ci vogliono costringere ad aumentare le tasse per gli studenti. Ma io mi sono sempre opposto».
 
 
 
 
 
 
 


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