Palermo, cittadinanza onoraria a Medici Senza Frontiere Al Rousan: «Dedicata a quanti non ce l’hanno fatta»

Il mediatore culturale italiano di origini giordane Ahmad Al Rousan ha ricevuto a nome dell’organizzazione umanitaria Medici Senza Frontiere la cittadinanza onoraria da parte del sindaco di Palermo Leoluca Orlando. Ahmad Al Rousan è stato anche investito della benemerenza civica per il suo impegno sul fronte delle migrazioni, dalle ricerche ai soccorsi in mare. 

«Sono onorato di ricevere questa onorificenza – afferma Al Rousan – Palermo abbraccia con coraggio quanti riescono ad approdarvi e allo stesso modo si comporta con le salme di chi invece non riesce a compiere da vivo il suo viaggio. In entrambi i casi, però, in questa città si trova conforto. L’onore è dato anche dall’essere stato scelto in quanto mediatore culturale: oggi io accolgo gli stranieri come un tempo fui accolto io. – continua, commosso – Questo premio va dedicato a tutti quegli esseri umani che non ce l’hanno fatta e a chi è ancora in viaggio. Sono persone, prima e al di là di ogni differenza». 

L’organizzazione, insignita nel 1999 del Nobel per la Pace, non ha mai ricevuto una cittadinanza onoraria. «Medici Senza Frontiere si distingue da altre organizzazioni pavide e che fanno delle tristi distinzioni tra migranti di serie A e migranti di serie B. – spiega Orlando – Palermo condivide con gli uomini e le donne di Msf gli stessi valori, posti nero su bianco sulla Carta di Palermo lo scorso marzo. L’organizzazione è straordinariamente attiva nel Mediterraneo, contribuendo al salvataggio quotidiano di migliaia di vite umane». 

 Ahmad Al Rousan riceve la cittadinanza onoraria per Medici Senza Frontiere

Il vice coordinatore del gruppo di Palermo di Medici Senza Frontiere, Beppe Ciaccio, racconta a MeridioNews il lavoro svolto in mare e in terra dai volontari dell’organizzazione. «A Palermo siamo circa una ventina di volontari. Ci occupiamo di raccolta fondi a sostegno delle attività dei nostri medici e operatori. Medici Senza Frontiere Italia circa ogni progetto relativo ai popoli in migrazione, anche lanciando campagne di sensibilizzazione sul fenomeno, che fino a pochissimo tempo fa non era percepito come emergenza. A maggio è stata lanciata la campagna stampa Milioni di Passi, volta ad attirare l’attenzione sui temi della migrazione in tempi non sospetti, quando l’opinione pubblica non aveva ancora metabolizzato gli eventi – spiega Ciaccio – Lo scopo, tra gli altri, è quello far capire all’opinione pubblica che i migranti stanno scappando in massa da paesi in stato di emergenza e spiegare ciò che si può fare insieme a noi e ad altre organizzazioni umanitarie. Eravamo sin dall’inizio contrari ai muri, non si svuota il mare con il cucchiaino». 

Con circa 70 progetti attivi in altrettanti luoghi del mondo, MSF tende a svolgere le operazioni nei paesi d’origine, quando possibile. «In tutta l’Africa Centrale siamo operativi, ma ci sono zone inaccessibili, come la Siria, dove in questo momento non è sicuro entrare. Sul canale di Sicilia al momento sono presenti 3 navi, 2 delle quali gestite interamente dall’organizzazione ed una condivisa con una Onlus maltese. Grazie a queste, dai primi di maggio sono state recuperate 15mila persone. Gli scafisti sono, sostanzialmente in condizioni di impunità. – spiega Beppe Ciaccio – Ma le rotte stanno cambiando, si sta documentando uno spostamento in Europa attraverso i Balcani. Benché siano realtà difficilmente quantificabili possiamo affermare che qui arriva una minima parte dei 51 milioni di migranti. Molti di essi si dirigono in Turchia o in Libano, dove ogni 4 libanesi c’è uno sfollato. 


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