Palermo, città dei piani di riqualificazione in stand-by Progetti pronti ma dal Comune «c’è silenzio totale»

Concorsi di idee, partecipazione allargata, progettazione condivisa, open data, tutti strumenti utilizzati dal Comune per abbracciare le menti migliori della città e scegliere gli spunti migliori per la riqualificazione di spazi urbani. Ottime intenzioni che, però, a volte non si traducono in opere concrete, lasciando il dubbio che si sia trattato di meri esercizi intellettuali. È il caso di tre aree che – sebbene sistemate in qualche modo – attendono ancora di ospitare ciò che la città ha scelto per loro.

Stiamo parlando di piazza Sant’Anna, piazza Francesco Busacca, e dell’incrocio tra le vie Volturno e Salesio Balsano. In tutti e tre i casi il Comune ha promosso o comunque sostenuto un processo decisionale e progettuale per la ridefinizione degli spazi, selezionando anche le proposte ritenute più meritevoli. Ma poi ci si è fermati.

Prendiamo il caso della storica piazza Sant’Anna, nel cuore del centro storico. Qui la pedonalizzazione dell’area ha tolto l’asfissiante morsa delle auto posteggiate lasciando un vuoto che nel 2015 le associazioni no profit Push e Aisa (Associazione italiana studenti di Architettura) hanno deciso di riempire con installazioni utili o che puntassero alla valorizzazione artistica. Il progetto, denominato Sant’Anna Jamming, ha visto 30 studenti del dipartimento di Architettura dell’Università di Palermo sfidarsi a colpi di progetti che sono stati poi votati dalla cittadinanza, e i migliori sottoposti al vaglio di Palazzo delle Aquile. La promessa era di dare la somma necessaria (appena 5mila euro) per concretizzare l’idea vincente.

«L’interlocuzione col Comune – spiega Salvatore Di Dio, presidente del laboratorio di design Push – al momento si è fermata, anche se rimane vivo l’interesse dell’amministrazione per il progetto. Da quel che sappiamo le somme sarebbero già state stanziate e messe a bilancio, e si aspetta la delibera che stanzi l’importo o alla nostra associazione o alla sezione Design del dipartimento di Architettura dell’Università per potere realizzare il prototipo dell’idea risultata vincitrice, ovvero Stop ’n Go, una panchina multifunzione con rastrelliere per biciclette, hotspot wi-fi e centro di ricarica per cellulare. Visto che siamo in campagna elettorale abbiamo chiesto al Comune di posticipare l’iter a dopo le consultazioni per evitare strumentalizzazioni. Infatti la nostra intenzione è quella di procedere a settembre, quando riprenderanno i laboratori universitari».

E sulla circostanza che comunque è passato un anno dalla comunicazione dei risultati del sondaggio, Di Dio ammette che «i tempi burocratici lunghi sono un elemento che avevamo messo in preventivo e che si inserisce nella parte più difficile – ma anche più stimolante – che arriva adesso, cioè il tramutare il progetto su carta in realtà: sarà una sfida per i ragazzi restare nel budget previsto attraverso la scelta materiali e dei metodi di lavorazione. Inoltre, vista la localizzazione dell’opera, dovremo confrontarci con la sovrintendenza ai Beni culturali e con l’assessorato al Centro storico. Alcuni dei partecipanti si sono già laureati, ma cercheremo lo stesso di coinvolgerli. La bontà dell’esperimento è sottolineata dal fatto che il processo Sant’Anna Jamming ha ottenuto l’inserimento nell’elenco delle progettazioni più interessanti stilata dall’Associazione design italiano».

Se questo progetto è – si spera – in stand-by, più nebuloso è il destino di un altro mini-intervento, quello previsto nello spartitraffico tra le vie Volturno e Balsano, davanti all’ingresso del parcheggio sotterraneo del Tribunale. Nel 2013 il Comune e l’ordine degli Architetti di Palermo promossero un concorso per abbellire l’anonimo triangolo di asfalto, e a giugno di quell’anno risultò vincente il Recycle park dell’architetto Dario Tulone. Finalmente ad ottobre 2015 cominciarono i lavori, che però si interruppero e venne provvisoriamente realizzata una piccola aiuola d’erba contornata da un marciapiede. Una decisione – secondo quanto disse l’entourage del sindaco – presa in seguito alla richiesta di mettere in sicurezza l’area formulata dalla presidenza del tribunale.

«Dal Comune – osserva l’architetto Tulone – da tempo c’è un silenzio totale. Col mio gruppo di lavoro avevamo già effettuato alcune attività propedeutiche in cantiere, poi ci siamo necessariamente fermati essendo stato trasformato il sito con la posa dell’erba e la realizzazione del marciapiede. Non avevamo ricevuto nessuna comunicazione in merito. Eppure tutto stava andando bene, avevamo ottenuto il nulla osta dalla sovrintendenza ai Beni culturali, il Coime avrebbe realizzato le opere in economia, avevamo fatto delle riunioni con tecnici comunali per gli interventi sui sottoservizi, ed eravamo impegnati in calcoli circa le dimensioni della pensilina».

Una vicenda che ha lasciato l’amaro in bocca al professionista, vista l’aggravante dei fondi (5mila euro) interamente messi a disposizione dall’ordine degli Architetti. «È – continua – davvero un peccato. All’inizio non volevo partecipare, poi i miei collaboratori mi avevano convinto, ed alla fine ci credevo molto. Dalla pubblicazione del bando alla redazione del progetto abbiamo impiegato tempo (comprese le trafile burocratiche) e speso molte energie, coinvolgendo varie professionalità. Il mio era un gesto d’amore per città, tant’è che compenso alla fine era solo simbolico (mille euro lordi, compresa la direzione dei lavori, che sono stati suddivisi con gli studenti di architettura che hanno partecipato al progetto). Questa vicenda mi ha causato una perdita di voglia ed entusiasmo, però c’è sempre la possibilità di portare a termine l’opera, anche partendo dallo stato attuale dello spartitraffico: sarebbe sufficiente circa un mese di lavoro per trasporre il progetto in realtà».

Stessa sorte anche per l’abbellimento di piazza Busacca (tra le vie Malaspina e Filippo Parlatore), per la quale due studentesse del liceo artistico Damiani Almeyda avevano previsto La Piega, un’installazione artistica con la presenza di verde. In questo caso l’opera avrebbe dovuto essere realizzata da maestranze del Coime, ma in quel piccolo spiazzo ad un anno e mezzo di distanza ci sono solo dei cordoli e un paio di vasi.

La replica del Comune è affidata al capo della riqualificazione urbana, l’architetto Mario Li Castri: «Stiamo andando avanti su questi due progetti (piazza Busacca e via Volturno). Sono inseriti nella programmazione e saranno eseguiti da Coime (le opere strutturali) e Reset. Però la priorità va ai lavori da effettuare nelle zone degradate: attualmente le squadre comunali stanno lavorando su case popolari, scuole e Velodromo. Il grosso problema è che nel Coime non c’è turn-over per il personale che va in pensione, e quindi diminuiscono i lavoratori disponibili. Per questo bisogna seguire una scala di priorità. Comunque l’Amministrazione non ha dimenticato né messo da parte questi interventi, bisogna avere un po’ di pazienza». 

Massimo Gucciardo

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