Recita un vecchio adagio: Chi non muore si rivede. E chi sta per scomparire? Si rivede lo stesso. E il caso del Pdl, anzi, di Angelino Alfano, ricomparso a Palermo dopo le disastrose elezioni comunali della scorsa primavera.
Il Pdl, è noto, sta come dautunno sugli alberi le foglie da quando Silvio Berlusconi in persona ha annunciato che intende sbaraccarlo. Per Alfano (nella foto a sinistra tratta da agrigentoflash.it) non deve essere facile affrontare una campagna elettorale con un partito mezzo affondato. Ma tantè.
In sua compagnia, oggi a Palermo, il numero uno del Cantiere popolare-Pid, Saverio Romano, e il coordinatore della lista Musumeci, Adolfo Urso.
Alfano inizia il suo discorso con una grande bugia: Il Pdl – ha detto – avrebbe potuto candidare un proprio uomo come governatore. Ce ne sono tanti, nel partito, a cominciare da Francesco Cascio. Ma abbiamo sempre preferito ragionare da coalizione, non arroccarci sulle nostre posizioni. E Nello Musumeci è una scelta felicissima: è onesto e capace.
Ci dispiace per Alfano, ma il Pdl non aveva nemmeno uno straccio di candidato. Il presidente dellArs uscente, Francesco Cascio, se si fosse candidato, avrebbe preso meno voti di Massimo Costa, con riferimento, ovviamente, non al docente universitario leader dei sicilianisti, ma al candidato a Sindaco di Palermo di Udc e Pdl che è stato surclassato da Leoluca Orlando.
La verità è che il Pdl e il Cantiere popolare, detto alla siciliana, hanno avuto un culo quanto una casa ad acciuffare la candidatura di Nello Musumeci. Se rischiano di vincere le elezioni, Alfano, Romano e Urso lo devono solo a Musumeci, se è vero che il Pdl, in Sicilia, non andrà oltre il 10-11 per cento dei voti, mentre il Cantiere popolare-Pid lotta per non retrocedere nella serie B della politica siciliana, ovvero nellarea dei Partiti che, non raggiungendo il 5 per cento dei voti, non hanno diritto ad avere rappresentanti allArs (grazie alla demenziale e truffaldina legge elettorale siciliana).
Insomma, lunico che cammina in questo schieramento politico è Nello Musumeci (che potrebbe avere una buona affermazione anche con la sua lista, cioè la Lista Musumeci). Non a caso, stamattina, a Palermo, Musumeci non si è presentato volutamente ala conferenza stampa di Alfano, Romano e Urso. Infatti, nel momento in cui gli elettori siciliani – o almeno una parte degli elettori siciliani che potrebbero votarlo – si dovessero accorgere che Musumeci si accompagna con il Pdl non lo vorrebbero più e voterebbero per i grillini. Meglio, dunque, non mescolare loro con il piombo.
Vincerà Musumeci, allora? Non è detto. Se Alfano dice che Vincerà senza problemi può senzaltro perdere. Per non parlare di Berlusconi che, così ha detto Alfano, minaccia di venire in Sicilia a sostenere Musumeci.
Il Cavaliere, è noto, dal 1994 ad oggi non ha fatto altro che prendere per i fondelli gli italiani. Dal 2008 fino a quando non è stato mandato a casa dai banchieri massoni (o dai massoni banchieri: fa lo stesso) di Mario Monti si è divertito a prendere in giro i siciliani, togliendo i soldi che la Sicilia avrebbe dovuto utilizzare per le infrastrutture per pagare la sanità e i forestali al Governo Lombardo e i precari allallora Sindaco di Palermo, Diego Cammarata.
Semplificando, lunico che ha veramente tutti i numeri per affossare la candidatura di Musumeci è Berlusconi, che secondo noi si terrà lontano dalla nostra Isola.
Un passaggio del suo discorso Alfano lo ha dedicato allUdc di Casini. Un Partito, ha precisato il numero uno del Pdl, che sta utilizzando la Sicilia per sperimentare una alleanza evidentemente innaturale. Il riferimento, ovviamente, è allalleanza tra Udc e Pd, che sostengono Rosario Crocetta.
Saverio Romano, leader del Cantiere popolare, ha annunciato la presentazione di tre disegno di legge: riordino del sistema del welfare nell’Isola, rifinanziamento della legge regionale sulla tutela della famiglia, reintriduzione del buono scuola. Un provvedimento, quest’ultimo – ha ricordato Romano – cancellato da un del Pd, Mario Centorrino.
Adolfo Urso, coordinatore della Lista Muusumeci, ha detto una cosa che noi condividiamo in parte: Bersani dice che la Sicilia sarà il banco di prova per le manovre nazionali con l’Udc. Spero che i siciliani facciano morire questo tentativo di alleanza innaturale. Per noi i valori della famiglia tradizionale rimangono fondamentali. Da qui dovrà ripartire il nuovo centrodestra, dalla Sicilia.
Nota a margine
Noi non siamo molto interessati al luogo da dove dovrebbe ripartire il centrodestra. Per noi, se non riparte è meglio. Siamo invece molto interessati alla sconfitta dellUdc, del Pd e del Pdl, non per fatti personali, ma perché si tratta dei Partiti che sostengono quella teratologia politica chiamata Governo Monti: unesperienza che merita di essere seppellita, alla luce dei danni che ha provocato e sta continua a provocare al nostro Paese.
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