Da anni non si avevano notizie di Giovanni Lo Porto, cooperante palermitano scomparso a seguito di un rapimento per mano di una banda di sequestratori tra il Pakistan e l'Afghanistan. Il governo degli Stati Uniti ha annunciato di avere ucciso per sbaglio l'attivista (40 anni) in un attacco con un drone lo scorso gennaio
Giovanni Lo Porto ucciso dai droni Usa Scomparso tre anni fa, faceva il cooperante
Da anni non si avevano notizie di Giovanni Lo Porto, cooperante palermitano scomparso a seguito di un rapimento per mano di una banda di sequestratori tra il Pakistan e l’Afghanistan. Il governo degli Stati Uniti ha annunciato di avere ucciso per sbaglio l’attivista (40 anni) in un attacco con un drone lo scorso gennaio, in Pakistan. Nell’attacco è morto anche un ostaggio statunitense, Warren Weinstein. Lo Porto era scomparso nel gennaio del 2012, mentre si trovava in un’area tribale al confine tra Pakistan e Afghanistan.
L’unico segnale indiretto dell’esistenza in vita di Giovanni Lo Porto risale all’ottobre del 2012, quando venne postato sul web un video nel quale si sosteneva che l’attivista fosse in pericolo di vita e si chiedeva un intervento urgente per ottenerne la liberazione. Da quel momento, sull’intera vicenda era calato il silenzio.
Era un esperto di collaborazione internazionale, ed era nato a Palermo. Si era laureato a Londra e si era specializzato in Giappone. Aveva lavorato all’organizzazione e alla gestione di iniziative umanitarie nella Repubblica Centrafricana e ad Haiti. Nelle prime settimane del 2012 Lo Porto aveva raggiunto il Pakistan, dove avrebbe dovuto iniziare a lavorare per conto dell’organizzazione non governativa tedesca Welt Hunger Life.
Intanto, il presidente americano Barack Obama, con una nota diffusa dalla Casa Bianca, «si assume la piena responsabilità delle operazioni in cui sono rimasti uccisi gli ostaggi di al Qaeda Giovanni Lo Porto e Warren Weinstein». E, continua il suo entourage, «il presidente ha dato direttive per diffondere più informazioni possibile». Ma all’intervento del numero uno degli Stati Uniti risponde uno dei fratelli di Lo Porto: «Obama ha chiesto scusa? Grazie», risponde, secco.