Palazzo d’Orleans news, la nuova informazione made in Sicily…

UN MILIONE E 300 MILA EURO PER I SOLITI EDITORI DELL’ISOLA: PAGANO I CONTRIBUENTI SICILIANI. PER LA PRECISIONE, LA PRESIDENZA DELLA REGIONE SICILIANA

La notizia la leggiamo sul quotidiano on line siciliainformazioni.com: il Governo regionale di Rosario Crocetta ha già pronto un bando per l’informazione. Soldi per gli editori, soprattutto per i giornali siciliani che vanno ormai per la maggiore: quelli cartacei…
Il ‘Piano B’ arriva dopo che l’ufficio del Commissario dello Stato ha impugnato la legge regionale sull’editoria. Sono così pronti un milione e 600 mila euro per far trionfare l’informazione libera. Nel nome della libertà il Governo Crocetta si appresta ad erogare un milione e 320 mila euro ai cinque giornali cartacei dell’Isola (Giornale di Sicilia, La Sicilia, La Gazzetta del Sud, La Repubblica e il Quotidiano di Sicilia), che evidentemente sono ritenuti dal Governo i più importanti. Duecentomila euro sono destinati ai giornali on line, ottantamila euro ai settimanali cartacei.
A fare la parte del leone sono i grandi editori: Mario Ciancio, Carlo de Benedetti, Antonio Ardizzone, gli editori della Gazzetta del Sud (dovrebbe essere la Fondazione Bonino) e Carlo Alberto Tregua del Quotidiano di Sicilia.
Poi ci sono, come già accennato, i soldi per i magazine settimanali, che in Sicilia sono tre, quanto i beneficiari: “80 mila euro, niente male, non sono bruscolini. Anche qui c’è la fotografia dei dei destinatari, con sede a Messina, Palermo e Catania”, scrive siciliainformazioni.com.

Quindi i giornali on line. A patto che abbiano tecnici alle loro dipendenze, oltre che giornalisti (“La qualcosa restringe il campo vistosamente”, scrive sempre siciliainformazioni.com).
Per gli on line sono previsti dieci i beneficiari. E poiché gli editori della carta stampata fanno anche informazione on line, beh, altri soldi per loro.
Sull’informazione on line potrebbe pesare la norma ‘intelligente’ approvata dall’Ars: quella che nega i contributi regionali a chi non bandisce i commenti (che non sono anonimi, perché la Polizia postale rintraccia chiunque). Molto più semplicemente, si tratta di una legge regionale fascista, in stile Munculpop, che serve solo a limitare la partecipazione al mondo dell’informazione: proprio come quando c’era ‘Lui’…).
La legge regionale sull’editoria approvata qualche settimana fa da Sala d’Ercole, come già ricordato, è stata impugnata: ma potrebbe essere pubblicata senza le parti impugnate. In questo caso, visto che la norma fascista non è stata impugnata (dando alla Regione, di fatto, poteri di polizia, a norma supponiamo, dell’articolo 31 dello Statuto), diventerebbe legge.
Non solo. Se la legge impugnata venisse pubblicata senza le parti impugnate potrebbe essere finanziata con la prossima Programmazione dei fondi europei. 

Nel bando non ci sono provvidenze per le emittenti televisive. Ci sarà un altro bando? Lì tornerebbero in campo, ancora una volta, gli editori dei quotidiani siciliani, che gestiscono anche tv.

Perché mai i giornali riceveranno soldi dalla Regione? “Comunicazione pubblica, approfondimenti e forum, pagine para-pubblicitarie – leggiamo sempre su siciliainformazioni.com -. Ogni volta che lo riterrà la Presidenza della Regione proporrà un tema, e i giornali saranno invitati a svilupparlo, un focus a pagamento”.

Insomma, i siciliani avranno la possibilità di godersi il pensiero, a tratti popperiano, del presidente della Regione, Crocetta. I giornali potranno approfondire le sue acute riflessioni sull’economia siciliana, soprattutto dopo che 5 anni di gestione dell’assessorato alle Attività produttive da parte di Confindustria Sicilia hanno finalmente rilanciato l’economia siciliana, soprattutto l’industria, creando nuova occupazione, internazionalizzando le imprese dell’Isola, portando il Pil siciliano a una crescita a due cifre…
Resta il ‘rammarico’, almeno in questa fase, di non poter offrire ai siciliani, su video, gli interventi dell’attuale presidente della Regione: la sua grande capacità oratoria, che non ha nulla da invidiare a quella di Demostene e di Cicerone; la sua capacità di illustrare, con parole chiare, concetti difficilissimi; la nitidezza del suo argomentare, la conoscenza approfondita della lingua italiana e dello Statuto siciliano: connotazioni culturali che vengono fuori dalla brillantezza dei suoi discorsi. Per non parlare della sua preparazione e della preparazione dei giuristi che si è portato a Palazzo d’Orleans: raffinatissimi conoscitori del Diritto Amministrativo che fino ad oggi hanno sempre vinto davanti al Consiglio di giustizia amministrativa…

 

 

 


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