Palazzo degli elefanti, caos dipendenti in Consiglio Rota (Cgil): «Il bilancio non può restare in ostaggio»

Dagli scranni di Palazzo degli elefanti l’assessore al Bilancio Giuseppe Girlando presenta il rendiconto 2015. Intanto, nei posti riservati al pubblico, una quarantina di lavoratori del Comune di Catania protestano per il mancato pagamento degli stipendi il 27 dello scorso mese. «Una pressione civile e democratica», la definisce il segretario della Cgil etnea Giacomo Rota che, assieme a una rappresentanza di lavoratori che aderiscono ai sindacati Cgil, Cisl, Uil e Ugl, osserva i lavori del Consiglio comunale. Più di una volta Francesca Raciti, che presiede il senato cittadino, deve chiedere che si faccia silenzio. «Non abbiamo intenzione di occupare l’aula consiliare – tranquillizza Rota – Stiamo ricordando ai consiglieri il loro compito: devono approvare il bilancio consuntivo. E lo devono fare subito».

Il motivo del contendere sono i 42 milioni di trasferimenti statali che il municipio catanese attende. E che non possono arrivare finché non si approva il consuntivo dell’anno appena trascorso. Un documento contabile che attesta quanto avvenuto nell’anno ormai trascorso e che avrebbe dovuto essere approvato entro il 30 aprile 2016. In realtà la scadenza è saltata, e la Regione Siciliana è stata costretta a mandare un commissario che vigilasse sulla produzione del rendiconto. Il parere del collegio dei revisori dei conti è arrivato pochi giorni fa ed è con il carattere dell’urgenza che adesso il testo dovrà passare al vaglio del senato cittadino. «Non si può pensare che, per creare problemi alla giunta, il bilancio venga tenuto in ostaggio dal consiglio comunale», attacca Rota. «La commissione Bilancio ha ricevuto tutto giovedì 28 luglio, alle 16.30 del pomeriggio – replica il presidente della commissione Enzo Parisi – Abbiamo lavorato il sabato e la domenica, non si può attribuire il ritardo nei pagamenti a noi».

Che il ritardo sia partito dalla giunta, però, per il segretario della Camera del lavoro di Catania poco importa. «L’amministrazione comunale avrebbe dovuto essere più precisa – replica Giacomo Rota – Io non sto assolvendo nessuno. Ma adesso la palla è nel campo del consiglio e ai consiglieri dobbiamo tenere bene in mente qual è il loro ruolo. Non ci sono solo i dipendenti comunali: ci sono anche i lavoratori delle cooperative sociali o quelli dell’Amt, per fare degli esempi». Una volta che sarà approvato, però, la responsabilità di quanto attestato a bilancio diventa del Consiglio comunale. «I revisori dei conti hanno dato la loro approvazione, a me questo basta». La Corte dei conti di Palermo, però, alcuni giorni fa in una determinazione sul bilancio consuntivo 2014 ha evidenziato dubbi sulla «necessaria imparzialità e attendibilità che deve caratterizzare l’operato del collegio». 

«È troppo comodo fare affermazioni iperboliche – sostiene Rota – Perché non vanno alla procura della Repubblica? Perché non lo fanno i consiglieri se non hanno abbastanza fiducia nei loro revisori?». Se il consuntivo 2015 non dovesse essere approvato oggi, però, non sono previste azioni dimostrative dei lavoratori. Oltre alla presenza in consiglio e alla protesta più o meno silenziosa, «non faremo alcuna azione eclatante. Del resto, se oggi manca il numero legale lo si può approvare anche domani». Quando basteranno meno di 23 consiglieri per l’approvazione. «Il ministero dell’Interno ha una finestra di pagamento fino a venerdì – conclude il segretario della Cgil – Se entro venerdì il rendiconto arriva a Roma, l’accredito è immediato. Altrimenti rischia di slittare fino a settembre. I consiglieri comunali si sentono di accettare questa responsabilità? Noi crediamo che non dovrebbero».


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