Palazzo Costantino, da luogo abbandonato a opera d’arte Il progetto di valorizzazione dell’artista Andrea Mineo

Imponente e fatiscente, maestoso e abbandonato. Dal passato importante, dal presente incerto e in attesa di futura redenzione. Si presenta così
>Palazzo Costantino,
luogo in cui gloria e rovina convivono in un gioco di perversa contrapposizione estetica, gioiello architettonico che partecipa all’affascinante scenografia urbana dei Quattro Canti. Il palazzo, ristrutturato alla fine del diciottesimo secolo dall’architetto Venanzio Marvuglia, custodisce gli affreschi di Gioacchino Martorana e Giuseppe Velasco

Un bene architettonico di indiscusso valore, nonostante lo stato in cui versa e gli avvenimenti accaduti nella sua storia recente: quindici anni fa l’immobile è stato acquistato da
Roberto Bilotti Ruggi d’Aragona con l’intenzione di farne un albergo-museo, ma lungaggini burocratiche non hanno permesso, fino a questo momento, la realizzazione di alcun progetto per la ristrutturazione e la valorizzazione del palazzo. Un’opera d’arte con un background non consono a un’opera d’arte: a focalizzare l’attenzione su questa contraddizione concettuale che caratterizza Palazzo Costantino è #Olbers Case come opere d’Arte, il progetto ideato dall’artista Andrea Mineo e sostenuto dalle partnership Elenk’Art, Dimora Oz e Farm Cultural Park, volto a promuovere lo sviluppo e la riqualificazione urbana attraverso l’attribuzione del valore di opera d’arte agli immobili storici in stato di abbandono e degrado. 

Così l’artista parla delle ragioni che l’hanno
spinto a sviluppare il progetto: «Vivo in una città che ha il più alto tasso di palazzi storici saccheggiati, degradati e abbandonati di tutta l’Italia e ancora non ci ho fatto l’abitudine. Si tratta di un tema che tratto da diversi anni – per la precisione dal 2012 – con il progetto Macerie, attraverso il quale si è operata la riconversione delle macerie scaricate illegalmente all’interno di un palazzo del Quattrocento da materiale gravoso e antiestetico in materiale estetico, per sensibilizzare la gente e a spingerla a essere parte costitutiva delle opere prodotte».

La volontà dell’artista è quella di convertire Palermo da città italiana con il più alto numero di palazzi storici in rovina in una città di opere d’arte. Il riconoscimento del valore artistico a Palazzo Costantino avviene attraverso la collocazione all’interno dell’edificio di un
sigillo/scultura realizzato in marmo e resina, «il cui sviluppo segue i parametri strutturali del palazzo. La forma è ottenuta dalla pianta catastale – spiega Mineo – mentre il numero di cristalli è relativo ai metri quadrati dell’immobile. Ho scelto di seguire la forma e la struttura dei cristalli – conclude – perché sono pietre curative e Palermo come tante altre città ha bisogno di essere sanata». La scultura realizzata da Mineo si trova all’interno della sala in cui è affrescata la Battaglia di Costantino, scelta anche questa dal forte significato simbolico, nella speranza che l’arte contemporanea possa combattere e vincere la guerra contro l’incuria e l’oblio che incombono sull’arte del passato.


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