«Stiamo soltanto completando i lavori di adeguamento dell'impianto di riscaldamento dell'acqua», afferma l'assessore allo Sport Giuseppe Sardo. Ma Giuseppe Franchina, Officina Acireale, tuona: «La struttura è un cantiere aperto». Entro il 30 aprile, però, dovrebbe essere indetto il bando per l'assegnazione
PalaVolcan, resta chiuso nonostante l’inaugurazione «Caldaia ancora da collaudare e spogliatoi interdetti»
«All’inizio della prossima stagione, il PalaVolcan sarà sicuramente fruibile per le società. Giorno 30 aprile sarà indetto il bando di assegnazione». A dirlo è l’assessore allo Sport di Acireale Giuseppe Sardo, che prova a spegnere le polemiche sull’impianto sportivo inaugurato il 4 novembre scorso dopo i danni causati dall’alluvione del 5 novembre 2014. Ma, dopo più di 120 giorni, il palazzetto è ancora chiuso, se si esclude la sporadica apertura per qualche manifestazione. La struttura è stata oggetto di dibattito in città, oltre a diventare uno dei temi più sollevati dalle opposizioni, che lo scorso gennaio chiedevano a gran voce i documenti che attestavano la sicura agibilità del plesso.
Il documento con cui la commissione di vigilanza sui locali di pubblico spettacolo conferma l’agibilità è arrivato il 3 novembre, ma con delle prescrizioni: la manutenzione delle lampade, il potenziamento dei sistemi d’allarme, l’adeguamento dell’energia elettrica in alcune parti della struttura e l’aggiornamento del libretto di manutenzione dell’impianto di produzione calore e riscaldamento dell’acqua. Punti che, a detta del componente della giunta guidata da Roberto Barbagallo, sono stati quasi tutti risolti. Il quasi è d’obbligo, poiché mancherebbero ulteriori documenti: tra tutti il certificato di agibilità che a detta dell’assessore Sardo «non c’è mai stato, la commissione di vigilanza non ce lo ha mai chiesto. E ci ha confermato l’agibilità della struttura. Le prescrizioni indicate sono state tutte risolte, eccetto il collaudo della caldaia che stiamo provvedendo a regolare», dichiara Sardo.
Risale al 14 marzo scorso, infatti, la determina per il «lavori di adeguamento alle normative vigenti complesso sportivo PalaVolcan». Con tale documento, il direttore dell’area tecnica, l’ingegnere Giovanni Barbagallo, ha impegnato poco meno di 15mila euro «per aggiornare i libretti di manutenzione/conduzione dell’impianto di calore, di riscaldamento ed acqua sanitaria», come riportato nella determina. Senza la caldaia la struttura non può essere utilizzata per fini sportivi. Nei fatti quindi gli atleti non possono usufruirne per la sua funzione primaria: senza il riscaldamento dell’acqua gli spogliatoi sono interdetti. La loro possibilità di fruizione è uno dei passaggi fondamentali affinché l’impianto sia affidato alle associazioni sportive per la gestione.
Tutte questioni che fanno pensare a qualcosa che non sia andato proprio per il verso giusto dall’inaugurazione fino a oggi. In più, dimostrerebbero che le somme arrivate dalla Regione per la tromba d’aria che il 5 novembre 2014 ha devastato il PalaVolcan non sono bastate, dato che gli ulteriori lavori sono gravati sulle casse comunali e non rientravano nei tre milioni previsti dal finanziamento regionale. Le opposizioni esortano l’amministrazione a produrre tutti i documenti necessari. Il consigliere di centrodestra Francesco D’Ambra a MeridioNews afferma: «Manca un certificato che attesti che le opere sono state effettivamente completate». Dubbi che ancora rimangono anche per Officina Acireale, la forza politica extraconsiliare che rimane sul piede di guerra. Giuseppe Franchina fa eco a D’Ambra e punta il dito contro l’amministrazione, accusandola di avere inaugurato la struttura quando ancora era un cantiere aperto. «I lavori sono in corso – dichiara Franchina – Al punto tale che ci sono ancora dei documenti di pagamento a ditte che attestano che l’opera di adeguamento non è finita».
«Manca il certificato di agibilità e quindi i documenti che attestano la piena fruibilità del plesso. Stanno lavorando per redigere i libretti energetici, anch’essi mancanti. In più manca il certificato di regolare esecuzione delle opere. Documenti che concorrono al conseguimento dell’iter di agibilità». E che, secondo Franchina, sarebbe stato necessario per svolgere manifestazioni all’interno dell’edificio: «Dall’inaugurazione a oggi si sono svolte delle iniziative nel palazzetto. Duemila e cinquecento acesi si sono recati in un posto che non poteva essere sfruttato: è stato commesso un reato. Senza il certificato di regolare esecuzione delle opere non può entrare nessuno». Ma l’assessore Sardo ribatte: «Abbiamo libero accesso alla struttura per le manifestazioni, tranne che agli spogliatoi – afferma -. Non lo diciamo noi, ma la commissione di vigilanza. Il palazzetto poteva accogliere le iniziative che ci sono state. C’è un collaudo statico rilasciato il 2 novembre che dimostra che i lavori non hanno influito sulla sicurezza della struttura».
Secondo il componente della giunta, alcune colpe sarebbero da imputare alla passata amministrazione: «Il certificato di agibilità non c’è mai stato, nemmeno con la passata amministrazione. L’opposizione dovrebbe stare attenta a fare certe affermazioni, perché con la richiesta di quei documenti stanno ammettendo che in passato il plesso non era agibile nemmeno quando erano loro a governare». Ma, oltre al certificato di agibilità, a tenere banco è il documento di regolare esecuzione dei lavori, che di norma dovrebbe essere rilasciato dopo 90 giorni dalla conclusione delle opere e del quale il PalaVolcan è tutt’ora sprovvisto. «Il Rup ha fatto un certificato che attesta che i lavori sono stati eseguiti regolarmente – spiega Sardo – . Il certificato di regolare esecuzione dei lavori a cui si riferiscono alcuni membri dell’opposizione è un passaggio ulteriore di completamento dei lavori, per il quale di fatto passano mesi». Un tassello fondamentale che manca. «Stiamo provvedendo a tutti i passaggi nonostante i pareri positivi dei tecnici competenti. Adesso andiamo avanti con la catastazione che non era stata mai fatta prima – conclude –. Entro fine mese verrà collaudata la caldaia così da potere mettere la struttura a disposizione delle società sportive».