La Direzione investigativa antimafia ha posto sotto sequestro beni riconducibili ad Antonino Vinci, già condannato a 21 anni di carcere per associazione a delinquere finalizzata allo spaccio di sostanze stupefacenti. L'uomo era uno dei promotori di un'organizzazione che importava la droga dalla Calabria per smistarla nella Sicilia orientale. Nonostante l'arresto, le sue attività erano intestate ai familiari soltanto formalmente
Palagonia, sequestro da 500mila euro Attività e conti correnti gestiti dal carcere
Era in carcere dal 2006, condannato per associazione a delinquere finalizzata allo spaccio di droga, ma le sue attività economiche continuavano a prosperare. Il Tribunale di Catania, su indicazione della Direzione investigativa antimafia, ha sequestrato beni per 500mila euro ad Antonino Vinci, 50 anni, in passato riconosciuto dai magistrati come uno dei capi di unorganizzazione criminale con base a Palagonia che importava eroina e cocaina dalla Calabria e la smistava nelle tre province della Sicilia orientale.
Tra i beni confiscati e posti sotto sequestro unattività di ristorazione, macchine e beni mobili, rapporto bancari e postali, che formalmente erano intestati a familiari ma in realtà erano riconducibili a Vinci. Le indagini hanno coperto un arco temporale molto lungo, dal 1991 al 2009. Luomo era stato arrestato dai carabinieri di Catania nel 2006 nel corso delloperazione soprannominata Good Year e condannato in primo grado nel dicembre del 2008 a 24 anni di carcere. Condanna poi ridotta a 21 anni in appello e confermata dalla Cassazione. Secondo i magistrati di Caltagirone Vinci era il promotore dellattività delinquenziale che importava dalla Locride la droga, grazie ai contatti con i calabresi.
[Foto di Daniel Marenco]