P.zza Spedini, caos orari in uffici della municipale «Disservizi? Faccia una foto e lo dica ai giornali»

«Faccia una foto e lo dica ai giornali». Mentre la fila di persone infastidite si allunga su piazza Spedini, l’unico suggerimento che arriva dai dipendenti comunali è contattare la stampa per segnalare il disservizio. Martedì Fabio va negli uffici della polizia municipale per ritirare il verbale di un incidente stradale avvenuto a metà luglio. Ma la porta della stanza in cui avrebbe dovuto trovare il documento che gli serve è chiusa. Alle 14.50, con dieci minuti di anticipo rispetto all’inizio dell’orario di ricevimento al pubblico, il ragazzo resta ad aspettare insieme a parecchi altri cittadini. Alle 15.07 bussa e la porta si apre: «L’ufficio apre alle 16, ancora è presto», gli dicono. In realtà, dal 14 luglio l’orario estivo dell’ufficio infortunistica prevede che il ricevimento del pubblico si faccia anche il martedì e il giovedì dalle 15 alle 18. Stesso orario per l’ufficio che serve, invece, al pagamento delle contravvenzioni. «Io, come molti altri, sono rimasto senza parole – racconta Fabio – Il dipendente mi ha fatto notare che sulla porta ci fosse scritto che l’apertura era prevista per le 16. Ma all’ingresso, in guardiola, e sul sito internet del Comune gli orari indicati erano diversi».

«Ero sicuro di non sbagliare perché era la seconda settimana consecutiva che andavo in piazza Spedini per il mio verbale – continua Fabio – Quella precedente avevo telefonato negli orari di ricevimento ma non mi aveva risposto nessuno. Allora sono andato negli uffici, ma il documento ancora non c’era e mi hanno detto di aspettare qualche giorno e tornare. Così ho fotografato le tabelle con gli orari delle aperture, per essere sicuro di non sbagliare e di presentarmi al momento giusto». Quando, martedì, gli dicono che avrebbe dovuto aspettare ancora un’ora lui chiede spiegazioni. «Inizia una discussione – spiega il giovane – A un certo punto il dipendente mi risponde “Se la prenda col dirigente“. Domando un nome e un indirizzo email al quale mandare una contestazione e mi rispondono che non possono darmeli». 

Il risultato è che Fabio, insieme ad altri catanesi beffati dall’avviso sulle bacheche di piazza Spedini, resta fuori. «Non voglio litigare, così rimango in attesa – ricorda – Aspettare un’ora significa prolungare un permesso, saltare appuntamenti di lavoro, non potere rientrare in ufficio». Poco prima delle quattro del pomeriggio, la porta della stanza si apre di nuovo e il cittadino può chiedere notizie del documento che gli serve. «A quel punto scopro che loro non riescono a trovarlo, perché l’unica dipendente che si occupa di protocollare i verbali è andata in ferie. E non c’è nessun altro che sappia fare quel lavoro. Quindi mi invitano ad andare via e a riprovare per telefono – continua Fabio – Io dico loro che al telefono già la settimana prima non mi aveva risposto nessuno e loro replicano “Certo, perché quando c’è ricevimento al pubblico non possiamo rispondere alle chiamate“». Un cane che si morde la coda.

«Il cittadino ha ragione e mi scuso personalmente – dice Pietro Belfiore, comandante della polizia municipale di Catania – A luglio, anche per accontentare i desideri dell’utenza, abbiamo aggiunto un servizio pomeridiano – spiega il dirigente – L’ufficio infortunistica ha sempre lavorato anche di pomeriggio, l’ufficio verbali invece no. E lo fa da questo mese: è una rivoluzione poter aprire la cassa anche nel pomeriggio». Per uniformare gli orari, si è deciso che dal 14 luglio entrambi i servizi aprissero al pubblico, oltre che nei consueti orari mattutini, anche nei pomeriggio di martedì e giovedì dalle 15 alle 18. «Purtroppo, però, uno dei nostri ispettori era appena tornato dalle ferie e non era a conoscenza di questo cambiamento. Quindi non ha aperto le porte all’orario giusto, perché non lo sapeva». In fondo, si è trattato «solo di un’ora – continua Belfiore – non sottilizziamo. Può capitare che quando si sperimentano servizi nuovi ci siano degli inconvenienti. I cittadini devono essere comprensivi. Spero che non accada più – conclude il comandante – Ma non siamo ancora arrivati a regime, potrebbero esserci altri disguidi».


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