Un sit-in di protesta al Civico, lunedì mattina davanti al padiglione amministrativo, e la minaccia di una eventuale proclamazione di uno sciopero aziendale. I sindacati restano sul piede di guerra dopo l’assemblea dei lavoratori di martedì scorso durante la quale sono stati discussi tutta una serie di problemi irrisolti. L’incontro è stato promosso dai rappresentanti sindacali aziendali Giuseppe Pizzo della Uil […]
Ospedale Civico, lunedì sit-in di protesta
Un sit-in di protesta al Civico, lunedì mattina davanti al padiglione amministrativo, e la minaccia di una eventuale proclamazione di uno sciopero aziendale. I sindacati restano sul piede di guerra dopo l’assemblea dei lavoratori di martedì scorso durante la quale sono stati discussi tutta una serie di problemi irrisolti. L’incontro è stato promosso dai rappresentanti sindacali aziendali Giuseppe Pizzo della Uil Fpl, Vincenzo Augello del Nursind, Mario Di Salvo della Fials-Confsal e Giuseppe La Barbera del Nursing Up. A sostegno dell’iniziativa si sono schierati Aurelio Guerriero, segretario territoriale del Nursind, e Biagio Paradiso e Pippo Piastra, coordinatore regionale degli infermieri della Uil Fpl. Le sigle hanno proclamato lo stato di agitazione del personale.
Al termine del dibattito una delegazione, a cui si sono aggiunti dei rappresentanti dei lavoratori a partita Iva, è stata ricevuta dal commissario straordinario. Le risposte ricevute però non sono state ritenute per niente esaustive. Da qui la decisione di continuare la protesta. I sindacati si riservano di «adottare tutte le forme consentite di protesta sino all’eventuale proclamazione di uno sciopero aziendale» e annunciano per lunedì mattina un sit-in negli spazi antistanti il padiglione amministrativo.
Tra i motivi della protesta ci sono le liste d’attesa interminabili, la carenza di personale che mette a rischio chiusura diversi reparti, la riorganizzazione degli uffici, e poi il problema della gestione dell’ospedale dei bambini ritenuta carente. Tra le altre questioni aperte c’è quella delle progressioni economiche e la necessità dell’apertura di un tavolo di contrattazione decentrata.