Un’aggressione apparentemente immotivata, avvenuta questa mattina intorno alle 8.30 all’ospedale Santa Marta e Santa Venera di Acireale. È al terzo piano della struttura che un uomo – sui 35 anni, pare arrivato al pronto soccorso la sera prima – ha preso a colpi di forbice Letterio Alia, l’ortopedico di turno questa mattina. Il medico ha una profonda ferita lacero-contusa alla fronte, con prognosi sospesa in attesa di altri esami, causatagli dall’unico colpo che gli è stato inferto con una forbice aperta, più pesante delle forbici normali, presa dalla sala gessi.
Secondo la ricostruzione, il paziente è arrivato ieri al reparto di Ortopedia, inviato in consulenza dal pronto soccorso. Tra domenica sera e lunedì mattina, l’uomo si è presentato al presidio sanitario a seguito di una caduta per via della quale ha riportato una frattura al calcagno. Dal reparto di emergenza è stato spedito al piano superiore, in Ortopedia, affinché il medico lo visitasse. Lì, a seguito di radiografia e tac, si conferma la frattura e si stabilisce di immobilizzargli il piede in attesa di procedere, una quindicina di giorni dopo, con il gesso.
Il paziente, però, è nervoso e non vuole essere immobilizzato. Così si allontana, camminando sul piede ferito, e non si fa più vedere dal medico: in una parola, sparisce. Così si arriva a questa mattina. Quando, intorno alle 8.30, torna in Ortopedia e, stavolta, se la prende con Alia, che lo aveva controllato il giorno prima. Dalla sala gessi, l’uomo recupera una forbice, colpisce alla testa l’ortopedico e fugge. I carabinieri arrivano in pochi minuti e inizia la caccia all’uomo tra i corridoi del presidio ospedaliero: le forbici vengono ritrovate, rotte, in un ascensore. L’aggressore, invece, viene trovato poco dopo e viene fermato. Si tratta di un 36enne adesso in carcere con l’accusa di tentato omicidio, in attesa dell’udienza di convalida davanti al giudice per le indagini preliminari. Il medico Letterio Alia, nel frattempo, viene trasferito al pronto soccorso dello stesso ospedale. La prognosi è sospesa in attesa di ulteriori esami.
«I carabinieri sono intervenuti in tempo reale – dichiara Giuseppe Giammanco, direttore generale dell’Asp di Catania – Il sistema funziona. Ma quando in reparto, in cui si svolge la normale vita dell’ospedale, avviene un’aggressione ci dobbiamo domandare: chi è il medico per il paziente? Un uomo che sta mettendo la sua esperienza al tuo servizio, e va rispettato. Non ringraziato, semplicemente rispettato». Alia, secondo il direttore generale, «sta bene, viene trattato come un paziente. Ha ricevuto un solo colpo, è stato anche pronto a reagire». «Fare il medico sta diventando un atto di eroismo ultimamente, soprattutto nei pronto soccorso», dichiara all’Ansa la ministra della Salute Giulia Grillo, per altro eletta alla Camera proprio nel collegio di Acireale. «Questa situazione – aggiunge la pentastellata – sta diventando veramente pesante. Vediamo come possiamo affrontarla in modo concreto».
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