Ahmad 'Abd Al-Majid Macaluso, responsabile per la Sicilia della comunità religiosa islamica, condanna gli atti violenti che hanno sconvolto la capitale francese. «Nessuno può uccidere in nome di Dio». L'ideologia? «È come un serpente, si può prendere, estrarne il veleno e usarlo per ricavarne medicinali oppure per fare del male»
Orrore a Parigi, parla l’Imam di Palermo «Non chiamatela fede, la religione non c’entra»
«Non nel nome di Dio». Tra le tante persone accorse ieri ad affollare piazza Verdi per far sentire la propria vicinanza al popolo francese, sconvolto dopo gli attentati terroristici che hanno portato morte e paura a Parigi, c’era anche l’imam Ahmad ‘Abd Al-Majid Macaluso, responsabile per la Sicilia della comunità religiosa islamica. Comunità molto ben rappresentata tra i manifestanti. «Non ci sono persone che uccidono nel nome di Dio – dice Macaluso – ci sono solo persone illuse di poter piegare Dio alla propria volontà, strumentalizzando la religione con un connotato ideologico. Ma l’ideologia è una cosa umana e non ha niente a che vedere con la religione, che è un’emanazione di Dio».
«Proprio la natura divina della religione – spiega – permette agli uomini di tornare a quello stato adamico di purezza e di innocenza che rispetta la creazione, che è di Dio». Da qui l’invito a non confondere chi pratica la fede islamica con chi si cela dietro l’alibi della religione per seminare il terrore. «Il Corano – continua – dice che ben si distingue la verità dall’errore e, aggiungiamo noi, dalla falsità. L’ideologia è come un serpente, si può prendere, estrarne il veleno e usarlo per ricavarne medicinali oppure per fare del male, bisogna stare attenti».
Il rappresentante della comunità islamica, tuttavia, non è apparso preoccupato per eventuali ricadute che i terribili fatti di Parigi potrebbero avere sulla nostra società e sulle comunità islamiche, ribadendo che a Palermo non ci sono particolari difficoltà. «La paura del vicino, se c’è, è sbagliata – conclude Macaluso – Non sappiamo che aspetto hanno i messaggeri che Dio ci invia, potremmo limitarci ad aspettare in maniera cieca degli angeli, o più semplicemente guardare con più attenzione verso chi ci sta accanto».