Orlando, una vittoria oltre i partiti

La vittoria di Leoluca Orlando a Palermo era nell’aria. Ma non con questa percentuale. Perché contro quello che è ormai il nuovo sindaco c’erano tanti partiti: il Pd, l’Mpa, Fli, Sel di Vendola e tutti i gruppi più o meno legati al presidente della Regione siciliana, Raffaele Lombardo.

Contrariamente a quello che dicono oggi alcuni dirigenti di questi partiti – con in testa quelli del Pd – la mobilitazione contro Orlando c’è stata. Ma gli elettori di Palermo hanno ignorato le indicazioni di questi partiti. Perché questi partiti, a Palermo, ormai, contano veramente poco. Il caso di Sel di Vendola – che riportiamo stasera in altra parte del nostro giornale – è emblematico. Una buona parte della base e molti dirigenti, stasera, festeggiano la vittoria di Orlando. E lo fanno contro i vertici del proprio partito che hanno deciso di appoggiare Fabrizio Ferrandelli.

Sia chiaro: la delegittimazione dei partiti è un fenomeno che riguarda tutto il nostro Paese. Ma in Sicilia assume connotazioni preoccupanti. Gli esempi non mancano e sono sotto gli occhi di tutti.

Futuro e libertà è un partito che nasce per dare vita a una nuova destra italiana e che, nell’Isola, si ritrova dentro con governo di centrosinistra. Delle contorsioni trasformiste di Sel di Vendola abbiamo già detto. Lo stesso Movimento per l’autonomia di Raffaele Lombardo, nato per rilanciare lo Statuto autonomistico della nostra Isola, nell’agosto del 2009, ha approvato il folle progetto del più grande rigassificatore d’Europa a Porto Empedocle, a meno di un chilometro di distanza dalla Valle dei Templi di Agrigento. Una follia.

Ma il caso più eclatante è rappresentato dal Pd siciliano. Questo partito rappresenta la degenerazione della politica. Il Pd ha perso le elezioni regionali del 2008. Ha preso 36 parlamentari a Sala d’Ercole solo perché tre partiti hanno sfiorato ma non raggiunto lo sbarramento del 5 per cento. Con il 18 per cento, in condizioni ordinarie, avrebbe espresso 15 o 16 deputati regionali. Invece ne ha preso più del doppio. E li ha utilizzati – quasi tutti – per allearsi con Raffaele Lombardo e sostenere il peggiore governo regionale della storia dell’Autonomia.

La domanda che oggi ci dobbiamo porre – tema che è riecheggiato nella conferenza stampa tenuta a Palermo da Leoluca Orlando qualche ora dopo la sua vittoria – è: perché questi partiti tradiscono la propria base? Perché da quattro anni i dirigenti del Pd siciliano impediscono a iscritti e militanti di celebrare un referendum per esprimersi sulla partecipazione o meno del partito al governo Lombardo? Perché i vertici di Sel impongono al partito una linea contraria a quella della base e di tanti dirigenti dello stesso partito? Perché i vertici di Futuro e libertà – un partito di centrodestra – partecipano a un governo regionale di centrosinistra?

Il filo conduttore che lega questi partiti è l’affarismo (con l’eccezione di Sel, i cui dirigenti -lo diciamo per onestà di cronaca – nulla hanno a che vedere con l’affarismo). Il Pd siciliano non appoggia il governo Lombardo ‘gratuitamente’. Di mezzo ci sono gli affari allo stato puro, senza alcun’altra motivazione. Ed è proprio per questo che i vertici nazionali di tale partito hanno sempre ‘benedetto’ il sostegno al governo Lombardo.

Per giustificare il vero elemento che li tiene dentro il governo, i dirigenti del Pd siciliano discettano di governi ‘tecnici’ e di governi ‘politici’. Ovviamente, mentono sapendo di mentire. A parte qualche rara eccezione – come il parlamentare regionale Davide Faraone che, non a caso stasera ha chiesto le dimissioni di tutto il gruppo dirigente del Pd regionale – quasi tutto il gruppo dirigente di questo partito ha ‘mangiato’ alla ‘greppia’ del governo Lombardo. ‘Abbuffandosi’.

Questa ‘mangiuglia’ la riscontriamo in agricoltura, nelle risorse destinate ai vari settori produttivi della Sicilia (non a caso diventati improduttivi), nella sanità, negli appalti della stessa sanità (di cui non si occupa nessuno, con riferimento alle forniture), nelle energie alternative (incredibile l’arresto di un parlamentare regionale, non a caso del Pd…), nella formazione professionale e via continuando.

Abbiamo accennato all’appoggio del Pd nazionale all’esperienza Lombardo. Il peso del Pd nazionale – in questo caso ‘piemontese’ – lo si è visto proprio nella formazione professionale. Questo settore, benché gestito in modo approssimativo, ha comunque consentito ad alcuni gruppi piemontesi di farsi i classici ‘bagni’ con l’assistenza tecnica.

L’affarismo del governo della Regione, negli ultimi tre anni, ha raggiunto livelli mai visti nel passato, L’assalto alle risorse finanziarie pubbliche da parte di Mpa, Pd, Fli e comitati di affari vari è stato così intenso e così folle che il bilancio, oggi, benché approvato, è ‘congelato’ perché mancano le risorse finanziarie per gestirlo. E questo non avviene per il capriccio del commissario dello Stato che ha impugnato oltre 80 norme della legge di bilancio, ma perché le forze politiche che governano oggi la Regione, dopo aver ‘saccheggiato’ le finanze regionali, avrebbero voluto iscrivere in bilancio entrate finte e, addirittura, stipulare un mutuo di oltre 550 milioni di euro per ‘mangiarselo’ in vista delle elezioni regionali ormai imminenti.

Lo scollamento tra la base di questi partiti e chi li controlla è ormai pressoché totale. Dopo la pesante sconfitta alcuni dirigenti del Pd siciliano – per esempio, il capogruppo del Pd all’Ars, Antonello Cracolici e Giuseppe Lumia – si sono affannati a riproporre i vecchi schemi del centrosinistra. Da esportare magari alle prossime elezioni regionali.

Si pitrebbe pensare che questi signori non hanno capito nulla. E invece questa lettura sarebbe un errore. Cracolici, Lumia e i loro compagni di partito che aspettano con ansia di ‘bagnare il becco’ nei 236 milioni di euro dell’avviso 20 (un bando finanziato con i fondi europei, che nel 90 per cento dei casi verrebbe gestito da partiti e da due organizzazioni sindacali, Cisl e Uil) pensano di continuare a fare politica con questi metodi.

Hanno capito tutto e hanno il terrore di perdere tutto. Sanno che la vittoria di Orlando a Palermo potrebbe essere il punto di partenza di una nuova stagione politica. Non per eliminare i partiti, ma per rendere inoffensivi coloro i quali hanno utilizzato i partiti per ‘pilotare’ sporchi affari. E sanno, anche, che questa volta Orlando non commetterà gli errori del 1993, quando la stagione dei ‘nuovi sindaci’ venne travolta da insufficienze e dalla mancanza di una strategia politica complessiva, in grado di ‘contaminare’ la Regione siciliana.

Oggi non è più così. Nei prossimi giorni torneremo su questo tema. Anticipando fin da ora che la prossima battaglia politica delle elezioni regionali potrà benissimo fare a meno di Pdl, Pd e Mpa, tre medi partiti che, in Sicilia, sono ormai politicamente residuali.

 

 

 

Giulio Ambrosetti

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