Conferma per il Movimento 139, le altre due si chiamano Mosaico Palermo e Palermo 2022 ma ce ne sarà almeno una quarta. Tra giovedì e venerdì incontro con il segretario dei democratici Miceli. «Gli schieramenti sono gli stessi del 2001, non possiamo ripiombare in quell'incubo», l'appello del Professore
Orlando presenta le prime tre liste A giorni vertice decisivo con il Pd
Movimento 139, Mosaico Palermo, Palermo 2022. Sono questi i nomi delle prime tre liste civiche che sosterranno la ricandidatura di Leoluca Orlando a sindaco di Palermo. Sui simboli non ci sarà il suo cognome «per una forma di rispetto per le altre liste: o lo mettiamo in tutti i simboli o da nessuna parte». A presentarli, simboli e liste, stamattina all’hotel Wagner, oltre allo stesso Orlando c’erano il capogruppo del Mov 139 in Consiglio comunale, Aurelio Scavone, e il braccio destro del Professore, Fabio Giambrone. «Abbiamo già oltre 120 candidati e stiamo pensando all’ipotesi di una quarta lista», spiega il secondo. Sommando anche gli alleati politici, dai centristi a Sinistra Comune, le liste a sostegno di Orlando alle amministrative di giugno potrebbero arrivare a sette-otto «ma saranno tutte civiche», sottolinea Giambrone.
Scavone non si presenterà, e neppure Massimo Pullara, tornato al suo lavoro di giornalista. Le liste saranno eterogenee «anche con consiglieri comunali uscenti che facevano riferimento ad altre forze politiche e con giovani e tante professionisti». Nella Sala Verdi del Wagner ci sono il presidente di circoscrizione Marco Frasca Polara, l’ex Udc Giulio Cusumano (da tempo passato al Mov 139), gli orlandiani della prima ora Pierpaolo La Commare, Francesco Bertolino, Tony Sala e Juan Diego Catalano, l’ex assessore all’Ambiente Cesare Lapiana e l’attuale Sergio Marino, Paolo Caracausi dell’Idv, l’ex An Nino Lo Presti, Luigi Sanlorenzo, l’ex Pd Ninni Terminelli e Santina Pellitteri, moglie dell’attore Lollo Franco, mentre è di stamattina l’adesione – via Facebook – di Federico Nuzzo, membro del comitato promotore della candidatura, risultata vincente, di Palermo a Capitale dei Giovani 2017 e amministratore dell’associazione Pyc.
E il Pd? «Ho dato la mia disponibilità a Miceli (il segretario provinciale, ndr) che mi ha chiesto di incontrarci tra giovedì e venerdì», rivela Giambrone. Al netto delle dichiarazioni bellicose dei ribelli, dunque, il sostegno dem a Orlando è ancora una possibilità concreta: «Seguo l’attuale dibattito interno al Pd con grande rispetto per la sua storia – afferma Orlando – e con attenzione per la rivoluzione che questo percorso porterà ma siamo a Palermo e dobbiamo pensare a questa città. Gli altri partiti, dai socialisti ai liberali alla sinistra, hanno già fatto una scelta: chiedo sommessamente e sotto voce di sostenere la mia candidatura e di non scaricare le logiche e le dinamiche interne di partito sulla vicenda amministrativa di Palermo».
Il sindaco uscente, che per anni è stato l’acerrimo nemico dei democratici, tende un ramoscello d’ulivo agli eterni rivali: «Noi non abbiamo nessuna premura, se qualcuno ha bisogno di tempo per maturare una scelta se lo prenda. Tanto il tempo è galantuomo e darà ragione a noi. Ripeto, ho rispetto enorme per le regole interne dei mondi vitali ma esigo rispetto enorme per il mio partito che è Palermo». Orlando non replica alle accuse durissime di Fabrizio Ferrandelli sui conti del Comune ma lancia comunque una stoccata al suo avversario: «Siamo passati da una realtà allo sfascio a una realtà sempre più apprezzata. So che alcune scelte possono essere sgradevoli (e cita la Ztl, ndr) ma chi si ferma a quello non vuole il cambiamento della città, chi invece accetta queste scelte sa che sono un passaggio necessario».
Poi i toni si fanno più duri: «Quello che nel 2012 sembrava un’illusione ora si sta realizzando – insiste Orlando -. Se si interrompe questo percorso piombiamo nuovamente nell’incubo iniziato nel 2001. E mi pare di capire che gli schieramenti di oggi siano quelli del 2001…». «Voglio ringraziare tutti i consiglieri, non solo i miei, ma tutti quelli che hanno dato un contributo positivo alla città in questi anni – continua il primo cittadino -, anche chi oggi è con noi (come, appunto, Cusumano, ndr) partendo da posizioni critiche ma arrivando poi a comprendere il messaggio che volevamo comunicare».
«Le liste devono superare abbondantemente il 5 per cento ma la composizione non l’abbiamo decisa – spiega Giambrone- perché stiamo ancora raccogliendo le richieste di candidatura, poi passeremo alla seconda fase per capire come distribuire tutti i candidati: le liste devono essere forti e la forza va distribuita in modo sano. Fino a stamattina alcuni mi chiedevano se c’era ancora spazio per candidarsi e ho risposto di sì. Dedicheremo anche un giorno alla presentazione formale di tutti i candidati. Il patrimonio di questi cinque anni – conclude – non deve essere disperso, dobbiamo metterlo in sicurezza».
«Non dimentichiamo cosa era stato lasciato cinque anni fa – dice Scavone – con la Corte dei Conti che ci diceva che il Comune era in dissesto finanziario. Nel giro di due anni abbiamo risistemato i conti e l’amministrazione ha tagliato dove si doveva. Nella precedente amministrazione c’erano ben 16 assessori, in questa 10, nella prossima saranno 8. Solo i ‘nemici ra cuntintizza’ non si sono accorti del lavoro che abbiamo fatto. Qui ci sono storie diverse per un progetto comune che è Palermo, da ex Idv, e per loro è un ritorno a casa, alla sinistra. I partiti non ci interessano, ci interessano le persone – continua il capogruppo -. È vero che a Palermo ci sono tanti incivili ma anche tanti che le vogliono bene. Noi non ce ne andiamo da Palermo e non lasciamo il campo alle persone che non la amano».
L’ultimo affondo Orlando lo riserva alla stampa («solo a quella nazionale», precisa in un secondo momento, ndr): «Non esiste un’esperienza amministrativa di una grande città che abbia fatto i passi avanti fatti da noi, eppure la stampa lottizzata non lo sottolinea. Alcune testate fanno un numero perchè Gigi D’Alessio non è venuto a Palermo e non scrivono nulla se facciamo manifestazioni internazionali. Sarà perchè non ho un partito. Per fortuna esiste una stampa internazionale che difende la verità: vi sembra normale che ogni volta che si parla di temi fondamentali come l’accoglienza o la cultura Palermo venga rimossa? Anche alcuni giornalisti me l’hanno confermato».