Roberto Lagalla ha un problema con i cavalli. A dirlo sono le cronache dell’ultimo mese. Un problema che aveva pure Leoluca Orlando, che due anni fa, di questi tempi, aveva imposto agli gnuri di fermarsi se il termometro saliva oltre i 35 gradi, promettendo anche pensiline e fontanelle dove trovare ombra e ristoro. Pensiline e fontanelle che non sono mai arrivate, mentre a tornare, puntuale come sempre, è stato il caldo, a martoriare i già provati cavalli costretti a trainare carrozze piene di turisti per la via della città. E col caldo, prima di registrare altri animali stramazzati al suolo o imbizzarriti in mezzo al traffico, ecco arrivare – anzi, tornare – anche l’ordinanza «per il benessere animale», così almeno è stata chiamata, che sancisce lo stop alle carrozze sopra i 37 gradi, come fatto lo scorso anno, il primo di sindacatura Lagalla.
Una misura che ha indignato gli animalisti, come era prevedibile che fosse, ma anche molti consiglieri comunali, persino della maggioranza, con il gruppo consiliare di Fratelli d’Italia – non uno qualsiasi – che in una nota firmata a nome dell’intera compagine meloniana tuonava: «Divieto assoluto alle carrozze trainate da cavalli di esercitare a Palermo nelle giornate con temperature che vanno al di sopra dei 30 gradi e dall’1 luglio fino al 31 agosto divieto assoluto di traino dalle ore 12:00 alle ore 16:00. Questa è la proposta avanzata da Fratelli d’Italia al sindaco Lagalla per una nuova ordinanza più restrittiva che tuteli i cavalli costretti a trainare grandi carrozze piene di turisti sotto il sole cocente».
E al coro di protesta si sono presto inseriti in tanti. Da Progetto Palermo, con Mariangela Di Gangi che fa notare come «a Pisa e Matera lo stop arriva già a 30 gradi e vale fino alle ore 18, a Messina scatta a 33 gradi e sempre fino allo stesso orario. Solo a Palermo si fanno ordinanze, spacciate come interventi a tutela del benessere animale», passando per la Democrazia Cristiana, altro partito di maggioranza, per finire con il Movimento 5 stelle. Alcuni hanno persino reiterato la loro indignazione, come la consigliera Viviana Raja, Nuova Dc, che dopo aver visto cadere nel vuoto le sue prime parole in merito torna alla carica: «Il termometro segna 38 gradi, ma quelli che vengono percepiti dall’essere umano sono molti di più e, in un breve tragitto fatto a piedi nel centro storico, ho incrociato tre carrozze con i turisti. Ho chiamato la segreteria del comandante dei vigili urbani chiedendo l’immediato controllo da parte della polizia municipale».
E soprattutto Concetta Amella, M5s, che arriva a minacciare una drastica protesta: «Sono talmente contraria a questa ordinanza scellerata, priva di ogni fondamento scientifico e di buon senso, che se non verrà ritirata in tempi rapidi, in segno di protesta, avvierò lo sciopero della fame», dice la consigliera, che aveva già proposto la riconversione delle licenze degli gnuri perché passassero da carrozze trainate da cavalli ad apecalesse a motore. Ma quello ambientalista, evidentemente, è un orecchio da cui Lagalla pare non sentire, tant’è che all’incontro fissato per ieri sera con ben dieci associazioni animaliste palermitane e l’assessora al ramo Rosi Pennino, il primo cittadino ha deciso di non presenziare.
«Il grande assente è stato proprio il sindaco Lagalla, presente però lo scorso anno a un incontro con la categoria degli gnuri, come attestato da tanto di post e fotografia su Facebook nella pagina del Comune di Palermo, insieme al consigliere Ottavio Zacco – dicono i rappresentanti di Oipa Palermo – L’Asp ha ribadito a chiare lettere che non vi è documento scientifico in cui si possa parlare di sola temperatura (se non viene presa in considerazione l’umidità, lo stress, il traffico) e che, pertanto, non si può discutere scientificamente su numeri. Il dirigente della polizia municipale Benedetto Cassarà ha ampiamente ribadito la difficoltà nel potere effettuare i controlli a causa del ridotto numero di personale. Ci chiediamo in modo ironico se effettivamente il comunicato stampa lanciato dal Comune, sia stato scritto da un assente. Inoltre – aggiunge – chiediamo cosa ci stiano a fare i consulenti a titolo gratuito del sindaco sul benessere animale Ilenia Rimi e Giovanni Giacobbe, se non riescono a mediare tra le parti. Le richieste degli animalisti restano le stesse e ribadiamo il concetto: le carrozze trainate dai cavalli sono uno strumento anacronistico, non siamo più nell’Ottocento».
Intanto, per le strade è scattata la caccia allo gnuri, con molti cittadini impegnati nel denunciare i calessi al lavoro sotto al sole cocente. Denunce non sempre accolte per tempo, ma che hanno dato vita a un paio di blitz. Persino il deputato regionale Ismaele La Vardera ha pubblicato sui propri social il video in cui affianca con la propria auto uno gnuri in movimento su via Roma durante le ore più calde del giorno, causando la reazione stizzita del cocchiere. Mentre sono decine i post sui social che documentano le condizioni in cui versano i cavalli sotto al sole. «Possiamo permetterci dei soggetti che si sentono al di sopra delle legge stessa, sfruttando dei poveri cavalli? – dice La Vardera – Nonostante una ordinanza, seppur discutibile, che parla di stop sopra i 37 gradi. Ebbene c’erano 40 gradi, in pieno centro città, la polizia municipale che fa? Ho chiamato immediatamente il vice capo che mi ha assicurato un pronto intervento».
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