Operazione internazionale antimafia da Palermo a New York. Nel capoluogo siciliano e nella città americana sono stati eseguiti dei fermi nei confronti di 17 indagati ritenuti responsabili, a vario titolo, di associazione mafiosa, estorsione, turbativa d’asta e incendi aggravati dal metodo mafioso. I fermati sono Giacomo Palazzolo di 76 anni di Balestrate, Giovan Battista Badalamenti […]
Operazione antimafia, da Palermo a New York il metodo del pizzo trasmesso dal boss
Operazione internazionale antimafia da Palermo a New York. Nel capoluogo siciliano e nella città americana sono stati eseguiti dei fermi nei confronti di 17 indagati ritenuti responsabili, a vario titolo, di associazione mafiosa, estorsione, turbativa d’asta e incendi aggravati dal metodo mafioso. I fermati sono Giacomo Palazzolo di 76 anni di Balestrate, Giovan Battista Badalamenti di 69 anni di Torretta, Salvatore Prestigiacomo di 54 anni e Salvatore Prestigiacomo di 50 anni, Isacco Urso di 40 anni di Verbania e Maria Caruso di 39 anni di Palermo.
Stando ai primi dettagli che emergono, al centro dell’operazione odierna è la famiglia mafiosa newyorkese dei Gambino, protagonista dell’inchiesta Pizza Connection. Quest’ultima, condotta negli anni Ottanta, aveva accertato il traffico di droga tra l’Italia e America gestito dai boss Leonardo Greco e Gaetano Badalamenti. Adesso i Gambino tornano al centro delle indagini: sarebbe emerso che la famiglia americana continua a fare affari con i vecchi boss dei clan palermitani di Torretta, Partinico, Borgetto.
Una connessione garantita, in particolar modo, da Francesco Rappa detto Ciccio, storico capomafia di Borgetto condannato definitivamente per tre volte per associazione mafiosa. Già a partire dagli anni Settanta, Rappa avrebbe fatto parte dei traffici di droga di Cosa nostra tra la Sicilia e gli Usa. L’uomo sarebbe finito in manette dopo essere stato trovato con 81 chili di eroina nascosti nell’auto con cui era sbarcato dalla nave che lo aveva portato a New York. Uscito di galera dopo tre condanne, l’uomo avrebbe continuato a garantire i rapporti con i Gambino di New York, dove attualmente risiede il figlio Gabriele. E sarebbe stato possibile proprio grazie al figlio mantenere il ruolo di interlocutore tra gli affiliati del sodalizio mafioso americano e la Sicilia.
L’inchiesta, condotta da Sco ed Fbi, avrebbe fatto luce su alcuni particolari. Gli americani avrebbero appreso dai siciliani dal boss storico il metodo del pizzo: chiedere delle somme ragionevoli per non inimicarsi le vittime. Sempre seguendo i suggerimenti del boss, gli americani avrebbero deciso di abbandonare atteggiamenti violenti nei confronti delle vittime optando per una linea più soft. L’inchiesta avrebbe anche accertato che, in vecchie estorsioni a danno di ristoratori siciliani da anni a New York, Cosa nostra avrebbe aiutato i clan americani a incassare facendo pressioni sui familiari delle vittime che vivono ancora nell’isola. L’Fbi avrebbe inoltro scoperto decine di taglieggiamenti nei confronti di imprese edili newyorkesi, commessi dai Gambino.