Open Arms, il processo a Salvini per sequestro di persona Diciotto richieste di parte civile. «Speriamo in giustizia»

È arrivato in perfetto orario il leader della Lega Matteo Salvini. Atteso di fronte ai giudici di Palermo per l’udienza preliminare del processo Open Arms, in cui è indagato per sequestro aggravato di persona e rifiuto d’atti d’ufficio. L’auto dell’ex ministro dell’Interno, che già ieri – indossando la mascherina con stampata l’immagine di Paolo Borsellino – si era detto «orgoglioso» per non avere fatto attraccare la nave della Ong spagnola con a bordo 107 migranti a Lampedusa nell’estate del 2019, è entrata dall’ingresso principale di un’aula bunker del carcere Ucciardone blindata e presidiata da un grande dispiego di forze di polizia. 

Diverse centinaia di metri più in là, invece, andava in scena la contestazione pacifica, depotenziata dalla distanza e dai tantissimi controlli. Più che altro un presidio con una ventina di attivisti, tra cui il Forum Antirazzista e Potere al popolo. «Siamo qui per ribadire che questo non è un processo a una persona, ma un processo all’odio – dice Alessandro, del Forum Antirazzista – Ci auguriamo che si vada a fondo e che la verità su questa terribile vicenda venga finalmente a galla».

Intanto, sul fronte giudiziario, l’udienza va avanti. Al vaglio dei giudici, al momento, ci sono le diciotto richieste di costituzione di parte civile: oltre a sette migranti (di cui uno minorenne) ci sono: Asgi (Associazione studi giuridici immigrazione), Arci, Ciss, Legambiente, Giuristi Democratici, Cittadinanza Attiva, Open Arms, Mediterranea, AccoglieRete, Oscar Camps (fondatore della ong), Ana Isabel Montes Mier (capo missione Open Arms). La procura si è associata alle richieste di costituzione delle persone offese e si è rimessa alle decisioni del gup. Stessa scelta anche per la difesa di Salvini. Il giudice Lorenzo Jannelli ha disposto una breve sospensione al termine della quale dovrebbe comunicare le parti civili ammesse.

Presenti anche gli attivisti e i legali di Open Arms, insieme a parte dei vertici dell’organizzazione non governativa iberica. «Centocinquantuno persone, 21 giorni di attesa, 40 persone evacuate per fragilità fisiche e psichiche – scrive su Twitter Open Arms – Un rapporto dettagliato di Emergency sulle condizioni psicologiche a bordo. Qualcuno deve rispondere di tutto questo, ci auguriamo che sia fatta giustizia». 

Intanto, durante una pausa dell’udienza, Salvini è uscito dall’aula con in mano la richiesta di rinvio a giudizio formulata dalla procura. «Stiamo parlando di una nave spagnola, che poteva trasportate un massimo di 19 persone e, invece – ha sottolineato il leader del Carroccio – ne aveva oltre cento. Che ha rifiutato di attraccare a Malta, due porti spagnoli e la possibilità che una nave militare spagnola recuperasse i migranti. Di queste persone salvate – ha aggiunto – quattro sono in carcere e 44 sono scomparse, in giro per il mondo. E il responsabile è solo il ministro dell’Interno?». 


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