Federica Nogarotto, direttrice del medical support della organizzazione, non contesta la possibilità che si indaghi, ma se la prende con i modi della Procura etnea: «Campagna mediatica fondata su notizie non supportate da prove, sta diventando una scelta politica», ha detto oggi a Palermo
Ong, dirigente Medici senza frontiere critica Zuccaro «Sue parole attaccano sistema che salva delle vite»
«È tutto talmente evidente che siamo tranquillissimi». Federica Nogarotto, direttrice delle risorse umane e del medical support di Medici senza frontiere, forte di una lunga esperienza sul campo in zone di guerra e di emergenza non intende parlare fuori dalle righe in merito alle parole del procuratore capo di Catania, Carmelo Zuccaro, sul ruolo delle Ong nel Mediterraneo, ma non riesce a non contestare il metodo d’azione della procura etnea e la campagna mediatica che ha generato. «Comprendo il volere andare a cercare la verità, se lo si fa oltre qualsiasi tipo d’interesse politico», ha detto la dirigente di Msf, oggi alla Facoltà di Scienze politiche di Palermo per parlare di ospedali sotto attacco.
«Il problema sta nel metodo – ha continuato -. Il fatto di avere utilizzato delle informazioni che al momento sono ancora illazioni, perché non supportate da prove, porta a un’accusa contro un sistema che ha come obiettivo quello di salvare le vite. Così facendo, anche se dovessero venire fuori risultati importanti, avrebbero meno credibilità. Queste informazioni, invece, vengono utilizzate come spunto per una campagna politica». Le parole di Zuccaro, secondo Nogarotto, metterebbero in dubbio la bontà dell’intero panorama degli aiuti umanitari. «Sta diventando una scelta politica a sostegno di chi dice aiutiamoli a casa loro – ha spiegato -. Qui non si mette in discussione ogni singola Ong, ma il sistema stesso».
E sul ruolo di Medici senza frontiere nel Canale di Sicilia, Nogarotto non ha dubbi. «Sono molto tranquilla riguardo il lavoro che stiamo portando avanti – prosegue -. Anche perché noi ci stiamo occupando di una mansione che non dovrebbe essere svolta da noi. Sono gli Stati europei che dovrebbero permettere il passaggio legale nel Mediterraneo, ma questo – ha concluso – non solo non avviene, col tempo le cose vanno a peggiorare».