One billion rising, un ballo per le donne «Non siamo più le scimunite di una volta»

Piazza Università riempita da un’enorme catena umana. Anche Catania ha celebrato l’evento One billion rising, la giornata mondiale contro la violenza sulle donne. Nata da un’idea dell’autrice de I monologhi della vagina Eve Ensler, quello di oggi è un evento che attraverso la danza si propone di spezzare le catene, come recita un verso della canzone che tutti gli aderenti alla manifestazione hanno ballato e balleranno seguendo i passi di un’unica coreografia, in un flash mob che ha come slogan «balla come se tutto il mondo ti stesse guardando». Lo scopo è radunare un miliardo di uomini e donne che danzino al suono della stessa musica per raggiungere gli stessi obiettivi: il rifiuto di qualsiasi violenza sulle donne.

«Le donne scendono in piazza per sottolineare le condizioni che sono legate a una cultura maschilista», spiega Grazia Giurato, storica attivista catanese. L’intento è quello di «coinvolgere la società tutta. Le donne hanno già fatto progressi enormi, la loro consapevolezza non è più quella di 40-50 anni fa. Gli uomini devono cominciare a interrogarsi per cambiare tutta la società». Un lento prendere coscienza di diritti e doveri che vede i suoi progressi se inserito in un periodo più ampio: «So che la donna anziana di oggi dice “Non siamo più le donne scimunite di una volta“». Ma anche le ragazze più giovani ne sono convinte: «C’è più coscienza del nostro reale valore – afferma la giovane Martina – anche se certi stereotipi sono duri a morire». Un bellissimo segno di un timido ricambio generazionale è la piccola Anna, pochi anni, che balla accanto alla madre imitando i gesti delle donne che la circondano.

Eppure la manifestazione che avrebbe dovuto avere come evento centrale il flash mob si è svolta con un ritardo, dovuto a motivi tecnici, che ha irritato qualche partecipante, anche perché nell’attesa poco è stato fatto per coinvolgere quanti si avvicinavano più o meno timidamente. «Sono dispiaciuta perché è un’occasione persa», esclama Carla Puglisi, membro dell’associazione Rita Atria e della Ragna-tela. «Che testimonianza stiamo dando alla città? I bambini lo stanno capendo perché siamo qui? Non credo», continua riferendosi ai ragazzini di alcune scuole fermi all’incrocio di via Etnea incuriositi dalla folla. Infatti, solo al termine della coreografia sono stati spiegati i motivi della manifestazione a quanti sono rimasti nonostante le minacce di temporale. L’evento si ripeterà anche stasera in piazza Currò, all’Agorà hostel.


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