L'esame autoptico ha ricostruito la violenta dinamica dell'assassinio di Veronica Valenti, uccisa tre giorni fa nei pressi della stazione ferroviaria, dal fidanzato Gora Mbengue. La donna lo aveva raggiunto sotto la sua abitazione per chiudere definitivamente il rapporto
Omicidio Valenti, uccisa con 60 coltellate L’autopsia conferma la dinamica del delitto
Sessanta coltellate. E’ l’autopsia a ricostruire i terribili momenti dell’uccisione di Veronica Valenti, la 30enne assassinata tre giorni fa dal suo fidanzato in via Tezzano, nei pressi della stazione ferroviaria di Catania. Attimi infiniti, decine di colpi sferrati con violenza e in molte parti del corpo da parte di Gora Mbengue, 27enne senegalese, che quella sera ha raggiunto la sua ex, portandosi dietro il coltello.
L’esame autoptico e le verifiche della polizia confermano quanto confessato dallo stesso Mbengue nelle ore successive al femminicidio. La donna, originaria di Belpasso, aveva raggiunto via Tezzano con la sua auto, una Peugeot, per chiudere definitivamente la relazione. Non la pensava allo stesso modo l’uomo che già in passato aveva provato a convincerla a riprendere il rapporto. «Sono sceso di casa con un coltello in mano e ho pensato: se mi dice no l’ammazzo», è quanto Mbengue avrebbe detto agli agenti che lo hanno interrogato. Quando Veronica Valenti è arrivata sotto casa del fidanzato gli ha mandato un messaggio: «Sono arrivata, scendi».
Il 27enne è arrivato in macchina con il coltello e di fronte all’ennesimo rifiuto della donna, l’ha uccisa infierendo sul corpo. Quindi è scappato, lasciando sul luogo del delitto le ciabatte che indossava. La polizia ha impiegato poco tempo per trovare l’abitazione di Mbengue e il suo passaporto. Qualche ora dopo l’uomo veniva arrestato in via Plebiscito. Dovrà rispondere dell’accusa di omicidio volontario premeditato.