Omicidio Scuto, rinviato a giudizio l’ex compagno della madre Per l’accusa Palermo ha ucciso la 22enne che era incinta di lui

È stato rinviato a giudizio Rosario Palermo. L’uomo, che tutti chiamano Saro, adesso è imputato per l’omicidio della 22enne invalida Agata Scuto che è scomparsa da Acireale (Catania) la mattina del 4 giugno del 2012. La decisione del giudice è arrivata a conclusione dell’udienza preliminare che si è tenuta questa mattina. La prima udienza del processo, che si celebrerà in corte d’Assise, è già stata fissata per l’11 ottobre. L’uomo all’epoca dei fatti era il compagno di Mariella, la mamma della vittima. Per l’accusa il movente starebbe nel fatto che la giovane era rimasta incinta di lui. Palermo, difeso dall’avvocato Marco Tringali, continua a professarsi innocente. Intanto, a dieci anni di distanza dai fatti, nel registro degli indagati sono state iscritte anche altre tre persone: un amico, una ex e l’attuale compagna dell’uomo. Per loro l’accusa è di favoreggiamento per avere aiutato Palermo a depistare le indagini. Anche l’ex compagna Rita è stata rinviata a giudizio; Sonia Sangiorgi, che è l’attuale compagna di Palermo, invece ha patteggiato e la pena è stata sospesa. Sebastiano Cannavò ha chiesto di essere giudicato con il rito abbreviato con la prima udienza che è stata fissata per il 12 dicembre.

La tesi dell’accusa che si basa anche su diversi audio intercettati che sono contenuti negli atti dell’indagine. Conversazioni tra Palermo e le due donne ma anche monologhi che l’imputato ha fatto da solo in macchina immaginando di trovarsi davanti a un giudice. Le indagini sulla scomparsa di Agata Scuto – che soffriva di epilessia e aveva anche una menomazione al braccio e alla gamba – sono riprese solo due anni fa dopo una segnalazione anonima.  All’epoca dei fatti, la madre della vittima avrebbe presentato una denuncia di scomparsa ma l’avrebbe poi ritirata, stando a quanto riferisce lei, proprio su impulso di Palermo. L’uomo, che adesso deve rispondere dell’accusa di omicidio, è l’unico ad avere affermato di avere visto Agata una decina di giorni dopo la scomparsa in compagnia di un ragazzo nella cittadina acese. Avvistamenti che erano stati il motivo per cui il caso era stato derubricato come scomparsa volontaria.

Mariella ha raccontato che la figlia le aveva raccontato che non aveva più il ciclo mestruale da due mesi e sul suo diario aveva letto la scritta “mamma cornuta“. Nel corso delle indagini è stato trovato e sequestrato un pezzo di metallo che era nella disponibilità di Palermo. L’oggetto sporco di sangue sarebbe quello con cui l’uomo si sarebbe procurato una ferita a una gamba (di cui ha ancora una cicatrice) proprio il giorno della scomparsa di Agata. Tornato a casa zoppo e sanguinante, l’uomo non era andato in ospedale ma si era medicato a casa. L’arnese è stato ritrovato il giorno in cui Palermo è stato arrestato. Lui esclude che abbia a che fare con la sparizione della ragazza ma per la procura avrebbe cercato di nasconderlo in una località sull’Etna «per inquinare le indagini».


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