Si chiama Issam Lahmidi, 36 anni. È lui l’uomo accusato di avere ucciso, lo scorso 4 febbraio, Mohamed Mouna, classe 1997. Entrambi senza fissa dimora e provenienti dal Marocco. I due, forse dietro un appuntamento, si sono incontrati nell’area parcheggio di un distributore di benzina, lungo via Giovanni Verga, a Paternò, in provincia di Catania. La vittima, stando a quanto ricostruito dai carabinieri, è stata colpita al petto e al fianco, forse dopo un diverbio. Lahmidi, irregolare sul territorio italiano e di professione bracciante agricolo, subito dopo è fuggito a bordo di uno scooter. A segnalare il cadavere della vittima sono stati alcuni passanti, che hanno allertato il 112.
Da subito gli inquirenti si sono concentrati sull’area di contrada Ciappe Bianche, dove ormai da tempo c’è una tendopoli che ospita circa 300 migranti impiegati nella raccolta degli agrumi. L’assassino tuttavia ha cercato di fare perdere le proprie tracce: prima è stato localizzato in Campania e poi, la sera del 5 febbraio, è arrivato a Milano. Dove è stato arrestato il giorno successivo nei pressi della stazione centrale, in attesa di un treno diretto a Ventimiglia. Obiettivo finale probabilmente la Francia. Al momento dell’arresto il 36enne indossava ancora i vestiti che aveva durante la lite con il connazionale. Gli stessi immortalati dalle videocamere istallata nella stazione di servizio a Paternò. All’origine dell’omicidio vi sarebbe una questione legata a un debito, che l’assassino avrebbe avuto nei confronti della vittima, per questioni di lavoro. Adesso il 36enne si trova recluso nel carcere di San Vittore.
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