Omicidio Loris, la madre ribadisce accuse in aula «Punite anche l’esecutore materiale: mio suocero»

Le dichiarazioni di Veronica Panarello sulla morte del figlio Loris non cambiano. Oggi – davanti al giudice per l’udienza preliminare, Andrea Reale – ha ribadito che a uccidere il piccolo sarebbe stato suo suocero, Andrea Stival. «Loris aveva visto qualcosa che non doveva vedere», avrebbe affermato Panarello nell’udienza di stamattina che si è svolta a porte chiuse, alla presenza degli avvocati e dello stesso Stival. Secondo la versione della donna, infatti, tra lei e il suocero, ci sarebbe stata una relazione e Loris sarebbe stato ucciso dall’uomo proprio perché l’avrebbe scoperta. «Sono pronta a essere punita ma per quello che ho fatto e non per quello che non ho commesso. Se ci sono mie responsabilità pagherò, ma con me deve farlo anche l’esecutore materiale del delitto: mio suocero».

In un’ora di deposizione Panarello ha ribadito la sua ultima ricostruzione del delitto: il suocero era in casa con lei, lei su ordine dell’uomo gli avrebbe legato le mani con delle fascette. Poi lei sarebbe uscita dalla stanza per rispondere a una telefonata. Al ritorno avrebbe trovato il figlio morto, strangolato dal suocero con un cavo usb grigio. Poi il corpo sarebbe stato avvolto in un plaid, portato in auto e lasciato nel canalone di contrada Mulino Vecchio, dove è stato ritrovato.

Tuttavia di questa ricostruzione non ci sono riscontri nelle indagini delle forze dell’ordine. Per la polizia Andrea Stival non si trovava nella casa di Veronica Panarello la mattina in cui è morto il piccolo Loris. A fronte di queste contestazioni, la donna oggi avrebbe risposto: «Il fatto che non riesca a dimostrare che mio suocero fosse in casa con me al momento del delitto non significa che non ci fosse…». Dopo la prima ora di dichiarazioni, l’imputata è apparsa stanca e il Gup ha concesso una pausa di un quarto d’ora. Poi la donna ha ripreso a parlare. 

Pronta la replica del suocero. «Troppo fango si è mosso. Voglio pace, rispetto e giustizia per la famiglia e per il bambino», ha commentato Andrea Stival alla fine dell’udienza. Il suo legale, l’avvocato Francesco Biazzo, si è detto «assolutamente sbalordito per le dichiarazioni di Veronica Panarello. Ha sostenuto in aula – ha aggiunto il penalista – una posizione indifendibile perché il processo ha accertato le sue responsabilità. Le sue sono calunnie che le contesteremo nelle sedi opportune».

Non c’è in aula il marito Davide Stival che è andato a trovare la moglie in carcere la scorsa settimana e che continua a non crederle. Ha affidato un breve commento al suo legale, Daniele Scrofani: «Oggi è la sua ultima occasione: dica veramente quello che è accaduto, per portare elementi concreti. Fino ad adesso non le credo. Ad oggi non ci sono elementi concreti e la Procura ha fatto tutti gli accertamenti possibili». Mentre il legale di Panarello, Francesco Villardita, sottolinea che la sua assistita «è agguerrita, serena e sta bene, anche perché si è liberata di un grande peso che per paura aveva tenuto nascosto da tempo». 

In aula sono presenti anche l’avvocato di Andrea Stival, Biazzo, e, per l’accusa, il procuratore capo di Ragusa, Carmelo Petralia e il sostituto Marco Rota. L’udienza del processo è stata aggiornata al prossimo 3 ottobre con l’intervento in aula dell’accusa. 


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