La campagna olearia in Sicilia è nel vivo e bisognerà attendere ancora qualche settimana per un primo bilancio complessivo. Le aspettative lungo tutta la filiera sono alte, così come quelle dei consumatori per l’oro verde della dieta mediterranea. Alcuni dati utili arrivano dal rapporto Ismea pubblicato nei mesi scorsi, che offre uno spaccato della stagione […]
L’olio siciliano tra numeri, mercato e nuove regole: come cambia la campagna 2025
La campagna olearia in Sicilia è nel vivo e bisognerà attendere ancora qualche settimana per un primo bilancio complessivo. Le aspettative lungo tutta la filiera sono alte, così come quelle dei consumatori per l’oro verde della dieta mediterranea. Alcuni dati utili arrivano dal rapporto Ismea pubblicato nei mesi scorsi, che offre uno spaccato della stagione precedente: la Sicilia si conferma la terza regione italiana per superficie olivicola, dietro solo a Puglia e Calabria. L’anno scorso l’Isola ha registrato un incremento del 10 per cento rispetto alla media 2020-2023. In aumento anche l’offerta, a conferma di una domanda crescente. Attivi nella precedente campagna 2024/25 erano 560 frantoi, con Palermo, Agrigento e Messina tra le province più rappresentate.
Produzione e prezzi: cali, differenze territoriali e mercato

L’elaborazione Ismea su dati Agea riferita al 2024, con aggiornamento provvisorio a luglio 2025, segnala una contrazione del 30 per cento della produzione rispetto al 2023, con poco più di 26 milioni di chili di olio prodotti in Sicilia. Agrigento guida la classifica con oltre 12 milioni di chili, seguita da Trapani con più di 5,5 milioni. Sul fronte prezzi, i listini Ismea del 4 novembre mostrano un extravergine non specificato a Palermo a 9,65 euro/chilogrammo, mentre a Ragusa il DOP Monti Iblei e l’extravergine generico raggiungono i 14,85 euro/chilogrammo. A Trapani il DOP Valli Trapanesi e l’extravergine non specificato sono quotati a 9,90 euro/chilogrammo; il DOP Val di Mazara sfiora i 10 euro/chilogrammo. I prezzi, aggiornati settimanalmente, evidenziano un mercato vivace e fortemente differenziato per aree e certificazioni.
Normative, rinvii e stock: cosa cambia nel 2026 per l’olio siciliano
Mentre si attendono i dati definitivi della campagna 2025, le piogge dei mesi scorsi hanno mitigato gli effetti della siccità del 2024 e alimentano previsioni più ottimistiche per la produzione. Intanto una novità normativa avrebbe imposto ai commercianti di olive l’obbligo di registrare sul SIAN e consegnare le partite entro sei ore dall’acquisto. La misura, nata per rafforzare tracciabilità e qualità dell’olio extravergine, riguardava tutti gli intermediari (commercianti, OP, consorzi), ma non i frantoi che trattano solo prodotto proprio. Le criticità sollevate dal settore hanno portato a una proroga: l’entrata in vigore slitta all’1 luglio 2026, grazie a un nuovo decreto ministeriale.
Sul fronte delle giacenze gli ultimi aggiornamenti disponibili registrano per la Sicilia 8.650 tonnellate di olio stoccato: 5.300 di extravergine, 2.840 di olio di sansa, 52 di vergine, 366 di lampante, 39 di raffinato e 52 in attesa di classificazione. Le province più rilevanti sono Agrigento con 2.301 tonnellate di extravergine e Trapani con 1.355, a conferma del loro peso nella filiera regionale.