Luciano Taurino, avvocato e amministratore dell’azienda che gestisce Valanghe d’inverno, risponde via email alle domande di MeridioNews. Il tema è il controverso ettaro di terreno acquistato ufficialmente dall’impresa nel 2017, ma inserito in cartografie datate 2007
Oikos, le risposte della discarica sulla particella 131 «È sempre stata inserita nel perimetro dell’impianto»
«L’architetto Gianfranco Cannova non ha avuto nessun ruolo, nel rilascio dell’Aia 2009 a favore di Oikos, diverso e ulteriore rispetto a quello che gli ha assegnato la legge (responsabile unico del procedimento, ndr). Oikos è sempre stata in possesso di tutti i requisiti necessari perché le fosse riconosciuto il diritto all’autorizzazione integrata ambientale e Cannova si è limitato a raccogliere i pareri, tutti positivi, delle varie amministrazioni che hanno partecipato alle conferenze dei servizi». A rispondere via email alle domande di MeridioNews è Luciano Taurino, avvocato e amministratore della Oikos spa. La discarica che sorge tra i territori di Motta Sant’Anastasia e Misterbianco e che da mesi, ormai, è al centro di una vicenda amministrativa e penale, prima che mediatica. Le motivazioni della sentenza di condanna del patron della discarica Mimmo Proto e del funzionario regionale Gianfranco Cannova, assieme alla relazione della commissione antimafia all’Ars presieduta da Claudio Fava, hanno preceduto l’intervento del presidente della Regione Nello Musumeci che ha avviato la revisione proprio di quell’Aia.
Incastonata in una storia già complessa, c’è l’intricata vicenda della particella 131. Un ettaro di terreno su cui i pareri discordanti degli uffici si scontrano con una mole di documenti prodotta da Oikos per dimostrare che quella porzione di discarica è sempre esistita. «La particella 131 ha sempre fatto parte della discarica dei Valanghe d’inverno e, sin dal primo momento, è stata parte integrante dei sistemi di sicurezza e presidio ambientale previsti dalla legge per l’area della discarica – ribadisce oggi Taurino – I cittadini devono sapere che sulla particella 131 è stata messa in piedi una sceneggiata poco edificante con la complicità di funzionari pubblici che Oikos ha querelato nelle sedi opportune». Per Taurino, sono i «progetti grafici» (cioè le mappe) a testimoniare «la presenza della particella 131, allegati all’istanza presentata da Oikos nel 2007». Vale a dire la prima richiesta della concessione dell’Autorizzazione integrata ambientale per Valanghe d’inverno.
Quei progetti grafici vengono rinvenuti al Comune di Motta Sant’Anastasia per via di una richiesta di accesso agli atti formulata dalla discarica per mettere un punto alle polemiche, durate mesi e mesi. «Io stesso, assistito da altri collaboratori della società, nel mese di luglio e agosto 2019 mi sono recato presso gli uffici del Comune di Motta Sant’Anastasia e ho richiesto copie delle istanze originarie del 2007 e dei relativi allegati – prosegue Taurino – Ebbene, il dottor Di Rosa in persona (ex responsabile dell’Urbanistica del Comune di Motta, ndr) mi ha consegnato copie timbrate degli allegati che dimostrano come Oikos, già nel 2007, avesse trasmesso a tutte le amministrazioni i progetti che contenevano la 131 dentro il perimetro della discarica per la quale si richiedeva l’autorizzazione».
Negli uffici mottesi viene in effetti trovata la mappa denominata Tavola 03. In un faldone che, spiega Taurino, è stato trasmesso «in seno alla originaria richiesta di Aia relativa alla discarica per rifiuti non pericolosi sita in contrada Valanghe d’Inverno» e protocollato alla Regione il 20 giugno 2007. Quella richiesta di Aia «era accompagnata da decine di allegati (avviene sempre così per ogni progetto particolarmente complesso) – prosegue l’amministratore della discarica – Viene firmata solo l’istanza originaria e non tutti gli allegati. Nel caso specifico, la tavola è stata poi firmata dal Rup quale allegato approvato unitamente all’istanza originaria». Viene firmata, cioè, da Cannova.
E poco importa, continua la Oikos, se in quel momento storico la discarica non fosse nemmeno proprietaria di quell’ettaro della discordia. «L’inserimento della particella 131 all’interno del progetto originario della discarica è stato possibile in virtù di un accordo con l’originario proprietario di quella porzione di terreno – spiega l’avvocato Taurino – Mai gli originari proprietari hanno contestato l’utilizzo da parte di Oikos della particella, a testimonianza che la società che rappresento ne ha fatto sempre un uso legittimo sia sotto il profilo del diritto civile che sotto l’aspetto del diritto amministrativo. Venditore e acquirente hanno semplicemente deciso di formalizzare la cessione in epoca successiva». Cioè dieci anni dopo la presentazione del progetto del 2007 e otto anni dopo la prima Aia per Valanghe d’inverno, datata 2009.
«Non esiste alcuna norma di legge che imponga al gestore di una discarica di essere proprietario del terreno sin dal momento della presentazione dell’istanza di Aia – aggiunge Taurino – poiché è sufficiente averne la legittima disponibilità per il tempo necessario a completare la gestione del sito. Oggi, in ogni caso, Oikos è proprietaria di tutti i terreni che compongono il sito della discarica». E nell’atto di compravendita firmato di fronte al notaio si legge che la Oikos ha disponibilità di quei terreni dal 6 giugno 2007. Cioè due settimane prima che avviasse le pratiche per l’ampliamento di Tiritì. Questo scollamento decennale tra la data in cui, di fatto, la discarica prende possesso della particella e la data in cui, invece, ne diviene proprietaria anche formalmente, spiegherebbe per Oikos anche un fatto evidente dallo studio degli allegati: nelle occasioni in cui vengono elencate le particelle catastali di cui si compone l’impianto di Valanghe d’inverno, la particella 131 non c’è. «È il fatto che la particella non risultasse all’epoca nei registri immobiliari e nel catasto nella proprietà di Oikos a spiegare questa differenza».
A questo punto, però, il tema diventa un altro: la particella 131, nell’atto di compravendita, è indicata come una Zona agricola speciale. Quindi, non un’area destinata al conferimento dei rifiuti. «La legge prevede che quando si presenta un’istanza di autorizzazione integrata ambientale per la realizzazione di una discarica, la Regione, nel momento stesso in cui rilascia il titolo autorizzatorio, procede a variare la destinazione urbanistica dell’intera area sulla quale ricade l’impianto – aggiunge Luciano Taurino – qualunque ne sia la originaria previsione nello strumento urbanistico». Un altro punto in cui la versione di Oikos e quella di taluni documenti divergono: «Quella porzione di terreno ha cambiato destinazione urbanistica con l’Aia 2009». Ma l’atto notarile del passaggio di proprietà del 2017 riporta che quel terreno è zona agricola. «Dal punto di vista di Oikos – conclude Taurino – l’aspetto più importante è che l’intera porzione di terreno individuata graficamente come area destinata a discarica sia stata per legge variata con l’emanazione dell’Aia». Quella del 2009 o il rinnovo 2019, a questo punto, non fa differenza.