LA VOLONTA’ DEL GOVERNO CROCETTA SEMBRA QUELLA DI PUBBLICARE ANCHE LA PARTE DELLA LEGGE IMPUGNATA CHE PREVEDE L’ALLEGGERIMENTO DELLE TASCHE DEI PENSIONATI DELLA REGIONE. MA POTREBBE ESSERE SOLO UNA SCENEGGIATA
Oggi tornerà a riunirsi l’Assemblea regionale siciliana. All’ordine del giorno c’è la solita sceneggiata alla quale assistiamo quando l’Ufficio del Commissario dello Stato approva una legge: il solito ordine del giorno che Sala d’Ercole approva, passaggio che consente la pubblicazione di una legge senza le parti impugnate.
Già questa pratica – non prevista da alcuna Legge, ma frutto di un’aberrante consuetudine – è discutibile. Ma da quello che abbiamo letto sui giornali in questi giorni, oggi ci troveremo davanti a una novità: la parte di una legge impugnata che produrrebbe comunque effetti.
A noi questa storia sembra ancora più aberrante della pubblicazione di una legge impugnata senza le parti impugnate. Ma siccome l’argomento è oggetto di dibattito – un dibattito, a dir la verità, un po’ surreale – ne parliamo anche per informare i nostri lettori delle ‘innovazioni’.
Il tema è quello del taglio delle pensioni degli ex dipendenti regionali. Articolo di legge incostituzionale, che non è stato impugnato perché – Costituzione alla mano – non si possono toccare i diritti acquisiti, ma perché il taglio delle pensioni degli ex dipendenti regionali sarebbe ammesso solo se i soldi tolti dalle tasche dei pensionati andranno ad alimentare il Fondo pensioni della Regione, non certo per fare ‘cassa’.
Sarebbe interessante chiedere ai protagonisti di questa impugnativa ‘lumi’ su questa interessante novità in base alla quale si possono tagliare le pensioni per alimentare il Fondo pensioni che la Regione ha ricostituito – a quanto pare solo sulla carta – nel 2009. E quando parliamo delle pensioni, non ci riferiamo solo ai “pensionati d’oro” della Regione, ma anche ai pensionati da 2 mila e 300 euro mensili, fino ad arrivare a indennità pensionistiche più elevate.
Ma ancora più interessante è la tesi che questo articolo di legge, benché impugnato, produrrebbe comunque effetti. In pratica – questo è quello che abbiamo letto sui giornali – il prelievo incostituzionale dalle pensioni degli ex dipendenti regionali verrebbe effettuato comunque.
Noi, ovviamente, non siamo bravi quanto i commentatori – di certo meglio informati di noi – che hanno elaborato questa tesi assai interessante. Che comunque la si giri postula la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale della Regione dell’articolo di legge impugnato che riguarda i pensionati regionali.
Dunque, se non abbiamo capito male, l’articolo della legge di assestamento di Bilancio 2014 che prevede il taglio delle pensioni degli ex dipendenti regionali verrà pubblicato anche se impugnato. E si applicherà solo se i soldi scippati ai pensionati andranno ad alimentare il Fondo pensioni.
Ai lettori che hanno un po’ di dimestichezza con le leggi il nostro sembrerà un ragionamento di pazzi: ma avvertiamo che non è il nostro ragionamento, ma ciò che abbiamo letto in questi giorni.
Ribadiamo: noi non abbiamo letto che la legge sul taglio delle pensioni è stata impugnata e che nella prossima sessione legislativa si potrà approvare un’altra legge stabilendo che i soldi tolti ai pensionati regionali verranno dirottati nel Fondo pensioni della Regione. Noi abbiamo letto che la legge impugnata si applicherà comunque!
Un nostro lettore, addirittura, ha ipotizzato che il taglio delle pensioni agli ex dipendenti regionali ci sarà e i soldi se li ‘beccherà’ Roma!
A questo punto, ironia a parte, proviamo a capire quello che potrebbe succedere oggi a Sala d’Ercole.
Se due più due fa ancora quattro, il presidente della Regione, Rosario Crocetta, stamattina dovrebbe illustrare all’Aula la sua volontà di pubblicare sulla Gazzetta Ufficiale regionale anche l’articolo di legge sul taglio delle pensioni ai dipendenti regionali impugnato.
Questo significa che la legge verrà applicata anche se impugnata e che la Regione andrà allo scontro contro l’Ufficio del Commissario dello Stato davanti la Corte Costituzionale.
L’aspetto particolare – sempre che le cose vadano così – è che la Corte Costituzionale si dovrebbe pronunciare su una legge regionale palesemente incostituzionale (la legge travolge un diritto acquisito e crea disparità di trattamento tra pensionati regionali e pensionati dello Stato). Con le seguenti due ipotesi:
la Consulta dà ragione al Governo Crocetta e, con una propria sentenza, travolge un principio costituzionale (il diritto acquisito delle pensione) e sancisce la disparità di trattamento tra pensionati siciliani e pensionati dello Stato: la cosa suona un po’ strana, ma nell’Italia del Fiscal Compact e del “Ce lo chiede l’Europa” tutto è ormai possibile;
la Consulta dà torto a Crocetta che, in questo caso, risarcirà di tasca propria i pensionati regionali ai quali, nel frattempo, sono stati tolti i soldi.
Davvero il governatore Crocetta avrà il coraggio di pubblicare, sotto la propria responsabilità – politica e, soprattutto, ‘contabile’ – questo articolo di legge impugnato? Il presidente della Regione che è passato dal “No-Muos” al “Muos strumento di pace” farà questo?
Ah, dimenticavamo: in ogni caso, ci vorrà il voto dell’Aula. Perché – come già accennato – la pubblicazione della legge l’autorizza un ordine del giorno approvato da Sala d’Ercole.
Da qui un domanda: il Governo Crocetta – che di voti in Aula ne ha sempre avuti pochi – troverà 46 deputati disposti ad approvare la pubblicazione della legge con la parte impugnata che prevede il taglio delle pensioni agli ex dipendenti regionali?
Allora, come finirà ‘sta storia?
A nostro avviso, assisteremo a un’altra ‘operetta’. L’articolo di legge sul taglio delle pensioni ai regionali impugnato non verrà pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale regionale. Verrà riproposta in una legge a parte che verrà approvata non oggi (sarebbe illegale!), ma nella prossima sessione legislativa. E tutte le cose che abbiamo letto in questi giorni passeranno alla storia come espressioni di volontà ‘crepuscolari’…
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