Obama: mille miliardi di dollari di armi atomiche per i prossimi 30 anni

E MENO MALE CHE HA VINTO IL PREMIO NOBEL PER LA PACE. VE L’IMMAGINATE COSA AVREBBE COMBINATO IL PRESIDENTE DEGLI STATI UNITI D’AMERICA SE GLI ‘INTELLETTUALI’ DI STOCCOLMA NON L’AVESSERO PROCLAMATO PACIFISTA PLANETARIO?

Pochi anni fa, nel 2009, con la motivazione “Per i suoi straordinari sforzi per rafforzare la diplomazia internazionale e cooperazione tra i popoli” il presidente Barak Obama fu insignito del premio Nobel per la Pace.

Per questo motivo avrebbe dovuto sorprendere la notizia, riportata nei giorni scorsi dal New York Times, che il Governo federale americano e il presidente Obama hanno deciso di destinare al programma atomico la cifra astronomica di mille miliardi di dollari nei prossimi tre decenni. E di farlo violando tutti gli accordi di non proliferazione nucleare fino ad oggi sottoscritti.

Ma forse, a ben vedere, questa decisione non dovrebbe sorprendere più di tanto. Già qualche anno fa, infatti, gli USA, anche questa volta in palese violazione degli accordi sottoscritti, avevano deciso di rinnovare il proprio arsenale (di cui una parte non indifferente è nascosto in Italia) con i nuovi missili a testata nucleare B61-12.

E, come allora, anche questa volta gli USA hanno trovato una giustificazione per le proprie decisioni: secondo quanto riportato dal giornale, Obama sarebbe stato “costretto” a portare avanti un piano di riarmo in seguito al comportamento della Russia (dove invece si stanno svolgendo manifestazioni pacifiste) e del fatto che la Cina avrebbe avanzato rivendicazioni territoriali (non si sa dove però).

Sono in molti a dubitare del fatto che gli Stati Uniti d’America e il presidente Obama meritassero davvero un riconoscimento come il Nobel per la Pace. Scrive l’American Journal of Public Health: “Dalla fine della seconda guerra mondiale, ci sono stati 248 conflitti armati in 153 Paesi in tutto il mondo. Gli Stati Uniti d’America hanno lanciato 201 operazioni militari all’estero tra la fine della seconda guerra mondiale e il 2001 e, da allora, altre, tra cui l’Afghanistan e l’Iraq” (e molte altre dopo).

Ma, forse, scorrendo la lista dei precedenti vincitori (da Arafat a Sadat, da Begin a Kissinger e molti altri), non appare poi così strano che l’ambito premio sia stato consegnato a colui il quale, dopo essersi presentato alle elezioni come pacifista, ha continuato e, anzi, aumentato le guerre nel mondo (come al solito, chiamarle missioni di pace non ha cambiato la realtà delle cose: nella maggior parte dei casi si è trattato di deliberato invasioni a volte, e solo a volte, coperte dall’egida di organizzazioni internazionali).

Ovviamente, l’articolo del New York Times, per essere politically correct, non ha mancato di sottolineare che Obama ha portato avanti una campagna per un mondo libero dal nucleare e che ha fatto del disarmo uno dei target principali della propria politica. Se ha deciso di riaprire la corsa agli armamenti nucleari, secondo gli analisti, la colpa non sarebbe sua, ma del contesto in cui viviamo…

Chissà che a breve non si decida di conferirgli per la seconda volta il Nobel per la Pace…

 

 

 

 

 


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