Passato il ballottaggio, si definisce la nuova mappa politica alle pendici dell'Etna. Avanzano Forza Italia e gli alleati, ma la disfatta di Aldo Di Primo e Michele Di Re lascia delusi ancora una volta i big locali come Basilio Catanoso e Fabio Mancuso
Nuovi sindaci, nel Catanese urne cambiano gli equilibri Stop centrodestra ad Acireale, Adrano e piccoli centri
I ballottaggi rallentano l’onda elettorale, comunque netta, del centrodestra nel Catanese. Fanno malissimo le due sconfitte ad Acireale ed Adrano, non soltanto perché consegnano al Movimento 5 stelle una delle città più importanti della provincia. A perdere sono soprattutto i big che sognavano di riprendersi Comuni governati a lungo, in passato, da Forza Italia e alleati. Nella città dei cento campanili Michele Di Re, già candidato nel 2014 e in vantaggio al primo turno, si arrende al cugino Stefano Alì, sponsorizzato dalla deputata pentastellata Angela Foti. Arriva così la seconda delusione in pochi mesi per l’ex deputato forzista Basilio Catanoso, sconfitto all’uninominale dal ministro Giulia Grillo alle Politiche del 4 marzo. L’arresto di Roberto Barbagallo gli aveva servito un’insperata chance di rivincita sul rivale cittadino, ex Mpa, Nicola D’Agostino. Ma il centrodestra acese, allargato anche al patto con il deputato Pd Luca Sammartino, non è riuscito a interpretare la voglia di rinnovamento dell’elettorato, mentre Di Re ha dovuto guardarsi anche dalle candidature, provenienti dalla stessa area, della leghista Giusi Brischetto e del centristra Nino Nicotra.
Ancor più roboante il dato di Adrano. Angelo D’Agate diventa sindaco imponendosi sull’uomo che era riuscito a mettere assieme irriducibili diversità, fino a spingersi agli uomini di Sammartino, cioè Aldo Di Primo. Mentre D’Agate faceva campagna elettorale da outsider, sull’architetto, commissario cittadino di FI, convergevano gli uomini del sindaco uscente Pippo Ferrante. Ma anche l’Udc e la Lega, guidati dal deputato Ars Giovanni Bulla e dall’ex sindaco Fabio Mancuso, già deluso dal flop, da candidato alla Camera, alle Politiche. Una santa alleanza fra i ras rivali della politica locale, capace di passare sopra a decenni di astio e giustificata dall’adeguamento alle logiche del centrodestra unito come a Palermo. Tutto però è servito a ben poco. Gran parte dell’area dem, intanto, virava senza simbolo di partito su D’Agate, vecchio Dc di sinistra vicino all’ex deputato Pd Giovanni Burtone e primo cittadino già nel 1991, quando il Comune venne sciolto per mafia. Il vincitore supera i 7mila voti senza nemmeno aver dovuto accordarsi con il terzo classificato del primo turno, l’ex mancusiano Nicola Monteleone.
Il risultato di Adrano (qui lo spoglio) argina, seppur indirettamente, l’emorragia del centrosinistra catanese registrata alle Comunali del 10 giugno. Persi Catania e una decina di altri Comuni, passati a Forza Italia e alleati, il fronte Pd si accontenta dei sindaci di quattro città sopra i 10mila abitanti: oltre ad Adrano, Mascalucia – dove il 10 giugno ha vinto Enzo Magra, vicino a Sammartino ma sostenuto anche dal centrodestra – San Gregorio di Catania e Aci Sant’Antonio, dove erano stati riconfermati il sammartiniano Carmelo Corsaro e Santo Caruso, area Cgil. Ma è nei piccoli Comuni che si è affermato il grosso dei nomi dem: guardano al deputato Ars Anthony Barbagallo i sindaci riconfermati di Piedimonte Etneo, Ignazio Puglisi, Santa Venerina, Salvo Greco, San Pietro Clarenza, Giuseppe Bandieramonte, e Viagrande, Francesco Leonardi. Guardano a Sammartino i primi cittadini di San Cono, Sant’Alfio – Nuccio Barbera e Pippo Nicotra, al secondo mandato – e Valverde, dove è tornato sindaco dopo cinque anni Angelo Spina.
Il sindaco di Catania Salvo Pogliese capitana il ricostituito blocco del centrodestra. Sono suoi uomini i neoeletti a Gravina di Catania e Biancavilla, Massimiliano Giammusso e Antonio Bonanno. Orbita in area Nello Musumeci-Ruggero Razza il nuovo sindaco di Belpasso Daniele Motta, supportato dalla premiata ditta Giuseppe Zitelli, deputato Ars di Diventerà bellissima, e Carlo Caputo, primo cittadino non ricandidatosi. E sempre al governatore sono vicini Francesco Sgroi, eletto a Randazzo dopo essersi candidato sindaco per tre volte, e Giuseppe Mistretta, che ha espugnato la roccaforte firrarelliana di Mineo. Si resta nel centrodestra anche a Camporotondo Etneo, dove il lombardiano Filippo Privitera ha centrato il secondo mandato, e a Maletto con il ritorno del forzista Pippo De Luca. Il primo sindaco catanese di Fratelli d’Italia, eletto a Castel di Iudica, è invece Ruggero Strano, uomo dell’ex onorevole dell’Mpa Pippo Arena, oggi vicecoordinatore regionale del partito di Giorgia Meloni. Chiude la carrellata l’eclettico Enzo Caragliano, riconfermato sindaco di Riposto. Nel 2013 era stato eletto con il Pdl, poi in corsa si era avvicinato a Sammartino e all’ex governatore Rosario Crocetta. Due settimane fa ha superato l’ottuagenario ex Pci Carmelo D’Urso con il supporto ritrovato di Forza Italia.