Nuovi manager della sanità siciliana: verginelle o bagascie?

IL SIMPATICO EPITETO NON E’ NOSTRO, MA DELL’ALTRETTANTO SIMPATICO PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE SANITA’ DELL’ARS, ON. PIPPO DI GIACOMO. NOI, DA PARTE NOSTRA, IN QUESTA STRANA E BIZZARRA SELEZIONE DEI ‘PAPABILI’, CI LIMITIAMO A SEGNALARE LE ILLEGITTIMITA’ E, PERCHE’ NO?, ANCHE LE VIOLAZIONI DI LEGGE

di Sallustio II

L’epiteto “bagascia” non è nostro. È del Presidente della Commissione Salute all’Ars, On. Pippo Di Giacomo (nella foto sotto a destra), e da questi pronunciato a commento dei papabili manager della Sanità siciliana scremati dall’elenco dei 76 super dotati selezionati dalla simpatica commissione Moirano, Frey e Morici.

Non siamo d’accordo con l’On. Di Giacomo. Tra i papabili non c’è nessuna bagascia. Sono tutte Verginelle, però con qualche problema.
La verginità, pur svalutata e rarissima nel tempo che viviamo, allorquando posseduta, si perde nel momento in cui è violata. Prossimi i nuovi Direttori Generali, esultanti il governatore Rosario Crocetta e l’assessore Lucia Borsellino, vogliamo capire assieme ai lettori se i nomi dei papabili, specie di quelli più gettonati e fotografati, a cominciare dai prediletti di Rosario Crocetta, con l’acclamazione della Borsellino, sono violati oppure no.

Per tutte le conclamate illegittimità che hanno contraddistinto e continuano a contraddistinguere l’operato della Commissione di selezione degli aspiranti idonei. Ciò posto, una cosa è certa: è “bagascio” il procedimento con il quale si è arrivato, prima all’elenco dei 76 e poi all’elenco delle 27 verginelle scelte dal Governo regionale.

Legge alla mano (D.lgs. n.502/92 e Decreto Balduzzi), confortati dal chiarissimo parere espresso dall’Ufficio Legislativo e Legale della Regione Siciliana (parere richiesto dall’assessore Borsellino, condiviso dalla Giunta regionale, quindi totalmente disatteso dalla stessa Borsellino e da Crocetta) possiamo dire, senza alcun dubbio, che il primo elenco dei curriculati, con il doppio binario degli adeguati, è un autentico obbrobrio giuridico, ed è anche un atto illecito. E diventa tale quando qualche candidato, magari non in possesso dei cinque anni di dirigenza di struttura apicale, per come inderogabilmente previsto dalla legge, è stato incluso tra gli idonei, quando, invece, avrebbe dovuto essere escluso.

La violazione della legge, e diciamolo pure anche del buon senso, ha determinato non solo tutto il contenzioso in atto, ma soprattutto ha finito con l’evidenziare la mancanza di verginità propriamente detta per alcuni papabili, in particolare di quelli oggi più gettonati ed osannati.

La Commissione Moirano-Frey-Morici, con il verbale del 6.2.2013, per la valutazione dei curricula degli aspiranti idonei a direttore generale, fissava sette variabili, appunto così definite: 1)ETA’ ANAGRAFICA; 2)NUMERO DIPENDENTI ORGANIZZAZIONE; 3)RUOLO SANITA’ PUBBLICA; 3b) RUOLO PUBBLICA AMMINISTRAZIONE; 3c)RUOLO SANITA’ PRIVATA; 4)NUMERO RISORSE UMANE GESTITE; 5)RISORSE FINANZIRIE GESTITE (EURO); 6)PERSISTENZA (CONTINUITA’ NELLA STESSA AZIENDA); 7)SPECIALIZZAZIONE. Indi, la stessa Commissione si dava questa regola: nell’attribuzione dei punteggi per le variabili 2,3,4,5 verrà considerata l’attività prevalente svolta in termini temporali nell’ultimo decennio.

Invitiamo la magistratura ad acquisire il verbale della Commissione riassuntivo dei punti attribuiti per ogni variabile ai 76 candidati selezionati e, quindi, ai 27 top manager prescelti: si scoprirà con grande facilità che ad alcuni candidati sono stati attribuiti punti non spettanti secondo la griglia di valutazione della medesima Commissione, avendo quest’ultima disatteso in tutta evidenza le variabili assunte e la regola datasi sull’attività prevalente svolta in termini temporali nell’ultimo decennio. E ciò diversamente da quanto operato per la quasi totalità dei concorrenti.

I curricula dei top manager sono pubblici e li può leggere chiunque. E nel curriculum di un super dotato si legge che, ad esempio, nel decennio antecedente il bando di selezione, quale valutato dalla Commissione, il predetto, prevalentemente, ha svolto l’incarico di Direttore Medico di presidio ospedaliero. I punti assegnabili per tale ruolo, secondo quanto stabilito dalla Commissione, dovevano essere 2. Invece gliene hanno attribuiti 6. Perché? Se il numero delle risorse umane direttamente gestite per la dirigenza dei presidi ospedalieri dichiarati era inferiore a 500, perché gli hanno attribuito 6 punti? Se le risorse finanziarie gestite erano sicuramente inferiori a 50.000.000,00 di euro perché gli hanno attribuito 6 punti e non zero punti se non gestiva alcuna risorsa finanziaria?

Altro esempio di un TOP fotografato: nel suo curriculum si legge che l’incarico prevalente è stato quello di Direttore di struttura complessa per l’incarico conferitogli ed assunto ai sensi dell’art. 15 septies D.Lgs. 502/92. Ah! Quando manca il buon senso! Non solo gli hanno attribuito 6 punti per il ruolo, quando invece, per regola datasi dalla Commissione, dovevano attribuirgli 0,5 punti, ma addirittura (giacché il Presidente della Commissione Sanità ci porta a parlare grasso) gli hanno scoperto il “sedere”. E ciò perché hanno portato all’evidenza che l’incarico originario del TOP era illegittimo ai sensi dell’art. 15 dello stesso decreto legislativo 30.12.92 n. 502 e successive modifiche e integrazioni che, al comma 7 quinquies così recita testualmente: “Per il conferimento dell’incarico di struttura complessa non possono essere utilizzati contratti a tempo determinato di cui all’articolo 15 septies”.
Comunque, nessun problema: l’essere fotografato come top può anche sanare la verginità perduta. Del resto, la Commissione per non risparmiarsi, al predetto gli ha anche attribuito il massimo punteggio (punti 6) per le risorse finanziarie gestite. BOH!

Delle due l’una. O, nei casi descritti, la Commissione s’è confusa (ed ha così gratificato chi non doveva), oppure ha usato i dati curriculari (per dirla in dialetto) a convenienza. Se così dovesse appurarsi, è stato commesso un illecito penale. Altro che verginelle più o meno violate…

Rimane il fatto, però, che la confusione o l’illecito hanno finito con l’indurre il Presidente della Regione siciliana On. Rosario Crocetta e l’Assessore alla Salute dott.ssa Lucia Borsellino ad esultare anzitempo ed inopinatamente, trascurando loro, simboli e baluardi della legge, che la legalità, molto probabilmente, è stata messa sotto i piedi. E non c’è fiducia, innovazione, professionalità, competenza e verginità che tengano.

Purtroppo, e ne siamo profondamente dispiaciuti, potrebbe avere ragione il Presidente della Commissione Sanità: ci sono le “bagascie”…

Foto di prima pagina tratta da morino.eu

 

 


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