Nuova Ionia, le richieste di condanne del pm Due anni e 9 mesi per l’ex sindaco di Mascali

Oltre cento anni di carcere sono stati richiesti oggi durante la nuova udienza a porte chiuse per il processo che nasce dall’operazione Nuova Ionia, sugli interessi della mafia nel servizio di raccolta e gestione dei rifiuti nell’area ionico etnea. Nelle mani di Cosa nostra sarebbe finito un ramo della ditta milanese Aimeri Ambiente, aggiudicatrice dell’appalto per i quattordici Comuni dell’Ato 1 Joniambiente, grazie alla collaborazione e all’inerzia degli amministratori pubblici.

Si tratta dell’ex sindaco di Mascali, Filippo Monforte, dell’ex assessore ai lavori pubblici dello stesso Comune, Rosario Tropea, del responsabile comunale dello stesso settore, Bruno Cardillo, e dell’ex assessore all’Ambiente del Comune di Giarre, Pietro Mangano. Per tutti il pm Giovannella Scaminaci della Procura della Repubblica di Catania ha chiesto al Gup Alessandro Ricciardo una condanna a due anni e nove mesi di reclusione con l’accusa di corruzione aggravata. 

Diverse le accuse e quindi anche le richieste per i diciassette imputati. Le pene detentive più pesanti sono state proposte per chi è accusato di associazione mafiosa. Nel dettaglio dieci anni per Carmelo Tancona, nove anni e otto mesi sia per Francesco Mangano che per Alfio Tancona e otto anni e otto mesi per Antonio Grioli.

Numerose le imputazioni per reati legati alla droga. Da una parte il traffico di stupefacenti contestato a Nico Mariano Benedetto, Santo Cristaldi, Alessandro Mangano, Mauro Miceli, Salvo Musumeci, e Sebastiano Vitale. Per loro sono stati chiesti nove anni e quattro mesi. Pena leggermente ridotta, a otto anni, per Arianna Ingegnere, accusata dello stesso reato. Dall’altra parte, il reato di spaccio di sostanze stupefacenti contestato a Girolamo Zappa e Pietro Pagano per cui la la Procura ha richiesto sei anni.

La nuova udienza è prevista per il prossimo 26 marzo. Davanti al Gup sarà la volta delle due parti civili, l’Aimeri rifiuti e il Comune di Mascali.


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Si è svolta oggi a porte chiuse l'udienza del processo sulla gestione dei rifiuti tra Mascali e Giarre, durante la quale il pm Giovannella Scaminaci ha chiesto condanne per oltre cento anni di carcere, con pene differenziate a seconda del reato di cui sono accusati. Si va da una richiesta di detenzione minima di due anni e quattro mesi per il reato di corruzione contestato agli ex amministratori locali, a dieci anni per associazione mafiosa. Il 26 marzo parola alle parti civili: la ditta Aimeri e il comune ionico

Si è svolta oggi a porte chiuse l'udienza del processo sulla gestione dei rifiuti tra Mascali e Giarre, durante la quale il pm Giovannella Scaminaci ha chiesto condanne per oltre cento anni di carcere, con pene differenziate a seconda del reato di cui sono accusati. Si va da una richiesta di detenzione minima di due anni e quattro mesi per il reato di corruzione contestato agli ex amministratori locali, a dieci anni per associazione mafiosa. Il 26 marzo parola alle parti civili: la ditta Aimeri e il comune ionico

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