Nuova edizione Efebo d’Oro, si festeggiano quarant’anni Riconoscimento alla carriera per Castellitto e Mazzantini

Efebo d’Oro il premio cinematografico internazionale spegne le candeline raggiungendo i 40 anni e lo fa offrendo una programmazione ricca di contenuti e di grandi nomi che accompagnerà gli appassionati fino al 10 novembre. Una lunga storia, quella del premio, che nasce nel 1979 e da sempre organizzato dal Centro di Ricerca per la Narrativa e il Cinema.

«Un’edizione che si è andata evolvendo ma mantiene fede al passaggio parola a immagine – sottolinea Egle Palazzolo, presidente dell’Efebo d’Oro e giornalista – sia a quello che sono la letteratura e il cinema soprattutto tenendo conto dell’evoluzione delle arti nel nostro tempo. Attraverso il cinema e la narrativa siamo la storia e lo saremo ancora nel presente. La manifestazione si basa sulla ricerca, non accantoniamo mai il passato guardando al futuro, per me cinema e letteratura vivono questo tempo e l’Efebo tenta tramandare questo connubio. L’esempio del legame tra cinema e letteratura lo si può evincere nel Gattopardo, ritengo anche che sia stato difficile per l’utente scegliere se prediligere il romanzo o il film, sono due momenti d’arte diversi. Anche Castellitto con la Mazzantini ci hanno dato un esempio di come la parola del romanzo Non ti muovere si può tradurre in una pellicola trasferendo e anzi aumentando il flusso delle emozioni».

Ad aprire la rassegna che ha come casa madre il Cinema De Seta ai Cantieri culturali della Zisa, proprio la coppia Sergio Castellitto e Margaret Mazzantini con la pellicola Libero Burro. «È una storia a cui sono molto affezionato -sottolinea Sergio Castellitto – il protagonista incarna l’italiano un po’ raffazzonato, ma anche da qualche parte buono. Diciamo che è un tratto distintivo del nostro essere italiani. Siamo gente con molti difetti ma con una qualità umana forte, qualità che negli ultimi tempi stiamo perdendo diventando invece spietati». Questo lavoro segna il debutto di Castellitto dietro una macchina da presa risalente al 1999, ma l’attore romano ha anche un rapporto privilegiato con la Sicilia.

«L’uomo delle stelle diretto dal regista bagherese Giuseppe Tornatore, e recentemente il telefilm su Chinnici trasmesso in Rai, per non parlare della mia scelta di passare le vacanze alle Eolie – continua Castellitto – ho un legame con l’Isola formidabile. Questo territorio rappresenta uno straordinario laboratorio culturale, sociale, emotivo, direi che qui vive uno degli ultimi popoli del nostro Paese». Alla coppia cinematografica e nella vita verrà consegnato in occasione di questa edizione dell’ Efebo d’Oro il premio alla carriera da parte della Banca Popolare Sant’Angelo. Il bel paradosso che il premio è alla carriera ma porta il nome di un giovane l’Efebo, una recluta. Ritengo che i premi ti fanno piacere ma te li devi meritare non tanto per quello che fai ma per quello che farai ed è questa da sempre la nostra infezione mia e di Margaret».

Un incontro artistico e privato quello di Castellitto con la Mazzantini che li ha portati alla creazione di una famiglia con quattro figli ma anche al conseguimento di traguardi importanti, fra tutti un David di Donatello nel 2004 come attore protagonista per il per Non ti muovere tratto dall’omonimo romanzo della moglie, segno che tra i due la collaborazione è stata sempre proficua anche se sul loro rapporto intimo è molto riservato, quasi tendesse a proteggerlo. «Ritengo che il nostro incontro è stato voluto dal destino-continua Castellitto – ma questo devi costruirtelo a volte è favorevole a volte è avverso. È proprio in questo caso che se riesci a costruire questa profonda complicità allora c’è un segno. Ho il privilegio di vivere accanto a una grande scrittrice che riusciva a raccontare le storie, il regalo che fai al lettori poi dentro queste nascondi la tua visione del mondo, il lettore di contro si avvicina a te e poi scopre qualcosa che lo riguarda. Per fare un buon film e un buon libro come diceva l’attore francese Jean Gabin bisogna avere alla base una storia».

Nella vasta programmazione saranno trasmesse altre sue pellicole si tratta de La bellezza del somaro e Venuto al mondo. Ospite d’onore della rassegna e che ha lavorato alla realizzazione di un volume, Alberto Barbera, direttore della mostra arte cinematografica di Venezia: «L’idea condivisa con gli organizzatori del Premio – afferma Barbera –  era di non fare un volume celebrativo ma doveva essere un’occasione per riflettere sulla relazione narrativa e cinema e credo ci siamo riusciti. Tanti temi e soggetti affrontati da otto critici e studiosi italiani e un volume che potrà diventare un ottimo punto di riferimento nell’ambito cinematografico».


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